Pagina:La pastorizia.djvu/86

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libro quarto. 77

Profferîr per l’amante, e il fato avverso
Ne seguitàro generose; e quando
Alfin soggiace, e la speranza in tutto
Muor di radice nella mente afflitta,
170La solitaria vergine si chiude
Ad ogni sguardo, e le ghirlande e i panni
Lieti e le danze e le compagne obblia,
Chè per forza di tempo o di fortuna
Mai non si spegne amore in cor gentile.
175Tu dalle fiere istrutto opre del nume,
Da lui non ti contendi; e se t’incresce
Dar l’arïete all’agnella (o che l’etade
Non lo ti assenta, o la stagion nemica)
Nè la stanza comune abbia, nè il pasco;
180Chè il vedersi e il ristar d’entrambi è morte.
     Ma dagli astri Ledéi partendo il sole
Sfolgorando si move invèr gli alberghi
Dell’infesto animal che punse Alcide;
E già lo scalda, e a desïar lo stringe
185Le gelide di Lerna acque fatali.
Sciogli i maschi tu allor, chè a mezzo giugno
Le pecorelle in amor vanno, e l’aura
Seminal nei capaci aditi corra.
Più che non pensi, utilitadi assai