Pagina:La scaccheide.djvu/34

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* xxviii. *

E per l’ale or a destra or a sinistra
520Qual fulmine trascorre, e l’aste vibra.
Dan luogo a la Guerriera et arme e genti,
Che sbigottite arretransi; per mezzo
A le spade e a’ nemici ella si scaglia
Ove bella è la morte, e fin l’estreme
525Ardisce penetrar nemiche file,
Fidando assai ne le veloci piante.
Gli ordini rompe, e con la spada e gli urti
S’apre il sentiero fra perigli, e mostra
Entro feminee membra Alma virile.
530Al fine il popol nero et il suo Duce,
Tali prove in mirar, de la sua sorte
Regina anch’ei le posse, e l’arme implora.
Or indugio non v’ha: la gran Guerriera
Veloce accorre, e con ardir’eguale
535Oppone forza a forza, ed armi ad armi.
Deh chi prima, e chi poi, Vergin pugnace,
Di tua grand’asta i colpi sente, e quanti
Bianchi corpi tu lasci al suol distesi?
I Fanti e i Cavalier candidi e negri
540L’ardir deposto, et il diletto a Marte
Garzon Saettator per la campagna
Pallidi e semivivi errando vanno.
Or chi potrà le morti, or chi la strage