Pagina:La scaccheide.djvu/39

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* xxxiii. *

Pochi Guerrieri, ancor dal ferro illesi
645Del nemico crudele (ultimi avanzi)
Più cauto espone a i fier perigli, e osserva,
Se dopo tante morti a lui dal caso
Qualche sentier s’aprisse, ond’egli in parte
Potesse riparar de l’abbattuto
650Popolo i danni, e la fatal ruina.
Il nero scarso stuol per la campagna
S’aggira, in se disposto ogni fortuna
Tentar di guerra, e quà e là scorrendo
Esplorar le vie tutte, e ’l luogo e ’l tempo
655Di recar danno al Vincitor nemico.
Non con sembianza egual da l’altro canto
L’altro Duce si move, e di sua sorte
Altero esulta. ohimè qual de le squadre
Appar la mesta faccia? ohimè qual’era
660De’ Capitani il miserando aspetto!
Da poca gente calpestato il doppio
Campo ampiamente or si discopre, e mostra
De’ Cittadini suoi vuoti gli alberghi.
Egualmente doleansi intanto i due
665Vedovi Re, senza la Sposa amata
Le future odiando (ahi sorte avversa!)
Notti infeconde, e gli oziosi letti.
Però ben chè costanti il primo amore