Pagina:La scaccheide.djvu/45

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* xxxix. *

Ond’allontani i crudi colpi, oppone.
795Poi pensando fra se come dar morte
A l’Elefante, a quel, che de la meta
Le vie chiudeva a l’animosa ancella,
Che in van brama or salire al regio letto,
Per mano de l’Arciero al fine il colse,
800E a terra stese. Il suon lungi s’udìo
De la cadente moribonda Belva,
Che con le vaste membra il suol percosse;
Mentre con vani sforzi Apollo tenta
Del Re la morte. il desiato allora
805Ostil seggio occupò (nè Febo il vieta)
La pria Ministra, ed or Regina e Sposa.
E già con pari forze entrambi i Duci
Rinovan la battaglia, e le seconde
Mogli spingon fra l’armi; e benchè sia
810Lo stato de la guerra, e la fortuna
Dubiosa ancor, di Maja il figlio, quasi
Con sicuro trionfo or tutti avesse
Di quell’incerto agon vinti i perigli,
Sparso di finta gioja il baldanzoso
815Volto si vanta, et al nemico insulta,
(Nova frode di guerra) e di sue gesta
Superbo e gonfio, de le bianche genti
L’armi schernisce, e di viltà le accusa.