Pagina:La scaccheide.djvu/52

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* xlvi. *

Del Re a la vita e a la battaglia impose.
970Con liete voci e con sonori gridi
Per plauso e festa i Numi al Vincitore
Figliuol di Maja, che per tutto il Circo
Protervo e gonfio insolentisce, e il vinto
Deride e spregia, e al suo dolore insulta.
975A se poi lo chiamò l’onnipotente
Padre, che in dono la felice verga
Gli diè, con cui da l’ima egli richiami
Pallida Stige le pure Ombre, poi
Che le mal’opre abbia purgate il foco;
980E con cui parimenti al tenebroso
Erebo i rei condanni, et a l’oscura
Prigion di Dite; e de’ Mortali a gli occhi,
Qual più gli piace, il sonno furi e doni;
E di Leteo liquor ne l’ore estreme
985Di vita gli egri lumi asperga e chiuda.
Nè guari andò, che volle il Dio medesmo
Aprire a noi Mortali il grato Gioco;
E piacque a lui, che poi de la scherzante
Piacevol pugna i riti e gli usi fosse
990La prima a celebrar l’Itala gente.
Poi che, se Fama non mentisce, un tempo
Egli preso d’amor per la vezzosa
Scacchide, a cui non ebbe infra lo stuolo