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la scotennatrice 99


Chi erano stati i misteriosi lavoratori? Bianchi rifugiatisi nella foresta per sfuggire a gravi pericoli o qualche famiglia di pelli-rosse, ultimo avanzo di qualche tribù nemica degli Sioux? Nessuno, almeno pel momento, avrebbe potuto dirlo.

L’abitazione, abbandonata forse da moltissimi anni, era diventata poi la tana d’un orso, probabilmente grigio, a giudicarne dalla immensa quantità di ossami che la ingombravano, ma anche l’ultimo inquilino in quel momento mancava.

Fra ammassi di vecchie foglie secche vi erano costole, crani e femori appartenenti ad ogni genere d’animali che avevano servito da pasto al peloso abitatore e che tramandavano un fetore poco piacevole, quantunque apparissero accuratamente scarnati.

Un oggetto aveva subito colpito i quattro avventurieri. Consisteva in una rozza scala che stava appoggiata contro una parete e la cui cima era incastrata in una larga fenditura.

— Questa non l’ha fabbricata certamente l’orso grigio — disse Turner, il quale era rimasto molto sorpreso di quella scoperta. — I primi abitatori che cosa ne facevano?

— Signor Turner — disse Harry — lasciate stare pel momento la scala e cerchiamo di rimettere a posto la porta prima che il vecchio Jonathan ritorni dalla sua passeggiata e venga ad intimarci lo sfratto.

— Adagio, mio caro — disse John. — Tu non hai pensato ai nostri denti.

— Che cosa vuoi dire, camerata?

— Che possiamo venire assediati, senza aver nulla da mandare giù per reggere il più che ci sarà possibile.

— Toh!... Mi ero infatti dimenticato che non abbiamo assolutamente nulla per cenare.

— Fuorchè il cuoio e le cinghie dei nostri poveri cavalli — disse Giorgio.

— Vorreste recarvi alla caccia, mister John? — chiese Turner.

— Oh, no!... Ci contenteremo di poco, purchè serva a riempirci il ventre.

«Vi sono delle centinaia di pinon al di fuori che non domandano altro che di essere raccolte e divorate.

«Noi potremo ottenere un pane eccellente.

— Che cucineremo in questo gigantesco forno insieme a noi — disse Giorgio, ridendo.

— A me, Harry!... — disse l’indian-agent. — Voi intanto cercate di rimettere a posto la porta e di barricarla internamente.

— Cogli ossami che ci ha lasciati il grizzly? — chiese Giorgio.

— A questo ci penso io — rispose Turner. — Una buona traversa di legno basterà.

John ed Harry, sempre armati dei loro rifles, temendo di trovarsi da un momento all’altro viso a viso col terribile e gigantesco orso, lascia-