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la scotennatrice 123


— È malato di spleen, camerata.

— Che il diavolo se lo porti insieme alla sua milza!... Giù, amici, difendiamo la nostra camera inferiore prima che ci gettino dentro quei fasci di legna.

«Quando non potremo più resistere ci rifugeremo quassù.

Calarono la scala e scesero rapidamente, mentre gl’indiani continuavano ad avanzarsi, con molta prudenza però, conoscendo ormai per prova l’abilità straordinaria nel maneggio dei rifles, degli assediati.

I colpi spesseggiavano senza ottenere altro risultato che quello di guastare la grossa corteccia del big-tree e d’imbottirla di piombo.

Erano soprattutto i winchester che lavoravano, sprecando inutilmente una grande quantità di proiettili.

— Camerati, un’idea!... — gridò Turner, appena furono tutti abbasso. — Correremo il pericolo di buscarci qualche palla, però il rischio sarà largamente compensato.

— Che cosa volete fare? — chiese John. — Tentare una sortita? Sarebbe una grande follìa. Coi cavalli di cui dispongono ci sarebbero subito addosso.

— Che fuga d’Egitto!... Non sono così pazzo da proporvela.

«È il cadavere del grizzly che a me occorre.

— Per barricare l’entrata?

— Sì.

— Saltiamo fuori!...

Gl’indiani erano a circa centocinquanta metri, e non essendosi ancora accorti della discesa degli assediati, continuavano a sparare contro le due feritoie colla magra speranza che qualche proiettile, per un caso prodigioso, mettesse fuori di combattimento qualche difensore della piccola piazza forte.

I quattro avventurieri approfittarono del buon momento per gettarsi sul cadavere del povero orso grigio, il quale era caduto a soli pochi passi dall’entrata della tana.

Afferrarlo per le quattro zampe e trascinarlo, non ostante il suo peso enorme, superiore ai quattrocento chilogrammi, dentro il rifugio in modo da barricare il passaggio, fu l’affare di pochi istanti.

Quando gl’indiani, che tenevano gli sguardi alzati verso le due piccole feritoie, s’accorsero di quella inaspettata sorpresa, era troppo tardi.

I quattro avventurieri si trovavano già sdraiati dietro al bestione e sparavano furiosamente facendo scappare a tutte gambe gli uomini di avanguardia.

— Ecco le lepri — disse Harry, il quale si serviva anche dei vecchi archibugi, armi tutt’altro che disprezzabili nelle mani di esperti tiratori. — Purchè non si convertano in pantere od in giaguari, per un po’ di tempo tutto andrà bene.

— Sì, per un po’ di tempo, avete detto bene, camerata — disse Tur-