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138 emilio salgari


Quel fuoco però non ebbe che la durata di pochi secondi, non essendo armati di winchester.

Prima che avessero avuto il tempo di ricaricare i rifles o gli archibugi, gl’indiani furono loro addosso, coprendoli di lazos.

John, stretto attraverso il corpo ed imprigionato per un braccio, fu trascinato via per una diecina di metri e subito afferrato da venti uomini.

Dei tomahawaks si erano già alzati sulla testa, pronti a spaccargliela, quando Sandy Hook, che lo teneva d’occhio, fu pronto ad intervenire.

— Imbecilli!... — gridò. — Non guastate la capigliatura di questo uomo che appartiene alla vostra sakem. Guai a chi lo tocca!

Col suo coltello tagliò i due lacci e porse all’indian-agent, ancora stordito e colle vesti a brandelli, la sua fiaschetta, dicendogli:

— Bevete un sorso, compare John. Non vi garantisco di offrire del vero wisky, tuttavia vi darà un po’ d’animo, pur rodendovi orribilmente la gola.

«Che cosa volete? I miei compatriotti, bisogna pur convenirne, sono dei veri furfanti!

L’indian-agent si terse con una mano il sudore freddo che gli bagnava copiosamente la fronte, poi con una mossa convulsa afferrò la fiaschetta e mandò giù alcuni sorsi.

— Questo veleno dà un po’ di forza, è vero, compare? — disse il bandito, con voce un po’ ironica.

— Canaglia!... — rispose l’indian-agent.

— È così che mi ringraziate? Noi non andremo mai d’accordo, mister John. Voi avete un pessimo vizio: quello di offendere sempre.

«Eppure io vi avevo detto di avere una pelle troppo grossa per sentire l’effetto di queste pillole. Le pulci mi seccherebbero di più.

«State tranquillo ed aspettate i vostri compagni.

Purtroppo i suoi compagni non dovevano tardare a raggiungerlo.

Avvolti da un vero turbine di lacci, non avevano avuto che il tempo di sparare appena qualche colpo che non aveva colpito nessuno e forse per loro fortuna, poi erano stati subito imprigionati fra le urla di gioia dei guerrieri rossi.

— Ciò doveva accadere — disse filosoficamente Turner. — Non sempre si può avere fortuna.

Privati delle loro armi, furono liberati dai lazos, legati colle braccia dietro il dorso e spinti innanzi verso il luogo ove si trovava John.

Gli Sioux erano scesi da cavallo e li avevano circondati, facendo roteare sulle loro teste i loro terribili tomahawaks.

Pareva che da un momento all’altro dovessero accopparli. Invece nulla di grave accadde e poterono raggiungere il disgraziato indian-agent, il quale non cessava di vomitare torrenti d’ingiurie contro Sandy Hook che le riceveva con calma perfetta.