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164 emilio salgari


I cadaveri continuavano a disciogliersi in causa della temperatura caldissima che regnava nella prigione.

Si sarebbe detto che la miniera bruciava ancora, dopo forse molti anni da che era stata abbandonata, e che attraverso gli invisibili pori delle rocce entrassero delle fiamme.

— Che cosa dite voi, John? — chiese Turner, dopo d’aver ingollate alcune gocce d’acqua che cadevano dall’alto, filando lungo un cannello di salnitro.

— Io dico che Minnehaha non poteva trovarci una prigione più sicura — rispose l’indian-agent. — Se però riuscirò ad uscire vivo da qui, giuro sulla croce che come ho avuta la capigliatura di sua madre avrò anche la sua.

«Tali belve non devono esistere al mondo.

— Ed io ti aiuterò, John — disse Harry. — Anche questa insurrezione finirà come tutte le altre: colla peggio delle pelli-rosse.

«All’ultimo momento ci troveremo insieme e vedremo se Minnehaha saprà sfuggirci.

— Pensiamo prima di tutto ad uscire da qui — disse Turner. — Ecco l’importante.

— Finchè ci rimangono delle forze assaliamo l’ostacolo — rispose Harry. — Solamente da quella parte noi potremo ritrovare la libertà.

— E se la miniera bruciasse ancora? Il caldo che regna qui dentro mi mette indosso dei gravi sospetti.

— Preferisco morire in mezzo al fuoco piuttosto che agonizzare giorni e giorni fra questa atmosfera pestifera, mister Turner.

— Alla stretta dei conti non posso darvi torto. Orsù, riprendiamo il lavoro ed attacchiamo il secondo strato di adobes.

Si rimisero al lavoro con novello furore, picchiando e ripicchiando contro quei mattoni che pareva si ostinassero a non cedere sotto gli sforzi immani di quei disgraziati.

Tre ore dopo anche il secondo strato cadeva quasi polverizzato ed un terzo se ne presentava, con la probabilità di averne altri di dietro, poichè dava un suono sempre sordo.

Si erano nuovamente fermati non potendone più. Una gran debolezza cominciava ad impadronirsi di loro, e la respirazione era diventata estremamente difficile anche in causa del fumo prodotto dagli stracci e che si era accumulato nella galleria e nella caverna dei morti.

Ed intanto la puzza diventava sempre più insopportabile, sempre più orrenda.

I corpi delle pelli-rosse si sfasciavano rapidamente; le carni imputridivano sempre più, di momento in momento.

Vi erano certi momenti che il tanfo diventava così acuto che i quattro disgraziati si sentivano venir meno ed erano costretti ad appoggiarsi alle pareti per non cadere.

— Ah!... Maledetta Minnehaha!... — ruggiva di quando in quando