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la scotennatrice 167

alla sua casacca poichè non ci vedeva affatto e dagli altri due che stavano addosso all’ex-sceriffo.

La galleria, molto vasta, a quanto affermava Harry, scendeva rapidissima, sprofondandosi nelle viscere dei Laramie.

Di quando in quando degli ostacoli arrestavano il minuscolo drappello, costringendo il capo fila a staccarsi dalla parete. Erano ammassi di carbone che i minatori non avevano avuto il tempo di trasportare prima che l’incendio si manifestasse, oppure dei carrelli abbandonati? Nemmeno Harry, che pretendeva di avere la vista dei gatti, avrebbe potuto dirlo.

Di passo in passo che si avanzavano, la temperatura aumentava rapidamente. Certi momenti delle vere folate di vento ardentissimo, eguali a quelle del simun del gran deserto di Sahara si abbattevano addosso a loro, mozzando il respiro.

La miniera bruciava. Dove? Era impossibile saperlo. Che l’incendio dentro qualche galleria o qualche pozzo continuasse, non vi era da dubitare.

Avevano percorso per lo meno cinquecento metri, sempre scendendo nelle tenebrose viscere della terra, quando Harry si arrestò dicendo a Turner:

Mister, accendete per un solo momento l’ultimo pezzo della nostra torcia.

— Avete veduto qualche grizzly? — chiese il campione degli uccisori d’uomini, tentando di scherzare.

— Sarebbe quasi da preferirsi, quantunque siamo tutti senza armi.

— Ah, diavolo!... L’affare è allora gravissimo.

— Accendete, mister.

Turner che aveva avuto da Giorgio l’acciarino e l’esca, dopo qualche minuto riuscì a dar fuoco al pezzo d’ocote il quale sprigionò una bella fiamma azzurrognola che i quattro avventurieri rividero con piacere.

Harry aveva mandato subito un grido.

— Una lampada di sicurezza!... Non mi ero ingannato!

Si era rapidamente curvato verso un mucchio di carbone che gli sbarrava la via ed aveva raccolto una lampada fornita della reticella. Orribile a dirsi!... Quella lampada l’aveva strappata ad uno scheletro umano che giaceva dietro l’ammasso, colle gambe e le braccia rattrappite.

Il disgraziato aveva cercato di fuggire, ma forse la tromba di fuoco l’aveva investito, consumandogli completamente le carni, e nel cadere la lampada si era spenta.

— Vi è dell’olio dentro? — aveva chiesto subito John.

— È quasi piena — aveva risposto Harry.

— Ecco la salvezza!...

— Spero che ne troveremo ben altre.