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204 emilio salgari


Sandy Hook sollevò di peso, fra le possenti braccia, il masso e lo depose dolcemente al suolo.

— Che un asino... Corpo di Bacco... che forza ha questo brigante!... — mormorò il sergente. — Altro che i ragli e gli orecchi!...

Tutti si erano tirati indietro, alzando le torce.

Un uomo strisciava, al pari di un serpente, attraverso la nera apertura.

Finalmente comparve, col viso annerito dalla polvere di carbone e gli occhi stralunati.

Era Turner.

— Signor brigante — disse, appena potè mettersi in piedi. — Vi perdono, nella mia qualità di sceriffo, tutti i delitti che avete commessi.

Mister — rispose Sandy Hook, con voce grave. — Una assoluzione pronunciata da uno dei più valorosi uomini della grande prateria, vale meglio di quella di tutti gli sceriffi degli Stati dell’Unione.

«Grazie, signor Turner. La mia riabilitazione comincia, e la desideravo tanto per la mia vecchia madre che forse muore di dolore per me, laggiù, nella verde Marylandia...

John era uscito in quel momento, subito seguito da Harry e da Giorgio, tutti sparuti, anneriti, appena capaci di sorreggersi.

— Sandy Hook — disse l’indian-agent. — Qua la vostra mano. Voi siete un bandito ben diverso dagli altri.

— Ed ecco anche le nostre — dissero Harry e Giorgio.

Il brigante si trasse indietro, poi disse:

— Io non merito la stretta di mani così leali.

— Là, stringete, per centomila bisonti — disse l’indian-agent.

— Non oso.

— Siamo i fratelli della prateria: scorridori e briganti hanno dei punti di contatto — disse Turner.

Il bandito ebbe un pallido sorriso e finalmente si decise.

— Ecco la mia mano — disse.

L’indian-agent ed i due scorridori la strinsero, ma l’ex-sceriffo si tenne indietro. Il rappresentante della giustizia non poteva allungare la sua zampa ad una simile canaglia che avrebbe meritata cento volte la corda. I cow-boys, in preda ad una vivissima commozione, avevano salutato quelle strette con un formidabile hurrà, a rischio di far precipitare le vòlte della galleria, ed il sergente aveva creduto opportuno mormorare per suo conto:

— Che un asino mi ragli in un orecchio, ma questi sono uomini prodigiosi!...