Pagina:La scotennatrice.djvu/94

Da Wikisource.
90 emilio salgari


Le pelli-rosse, sempre più irritate dalle prepotenze e dalla brutalità dei coloni americani, di quando in quando si prendevano delle terribili rivincite, e non solamente negli Stati Uniti, bensì anche sulle frontiere del Messico, per rispondere alla selvaggia ed inumana legge di quello Stato, il quale offriva cinquanta dollari per ogni capigliatura indiana presentata a qualunque cabildo delle città messicane.

Per scongiurare nuovi disastri, il governo americano, per mezzo del generale Harney, offre agli Sioux trenta milioni per lasciare i loro territorî.

I rossi guerrieri rifiutano sdegnosamente la proposta e dissotterrano, nel 1873, la scure di guerra, aizzati da uno dei più grandi e rinomati guerrieri della loro razza: Sitting-Bull (Toro Seduto).

Questo terribile guerriero, che doveva più tardi dare dei grandi fastidi alle truppe americane, era nato nel 1837.

A soli dieci anni si era acquistata, al pari di Buffalo Bill, una fama straordinaria come cacciatore di bisonti.

A quattordici anni uccideva e scotennava il suo primo nemico, un uomo bianco s’intende, che l’aveva provocato, e prendeva il nome di Tatanca Jotanca, che in lingua indiana vuol significare Toro Seduto e che conservò fino alla sua morte.

Nel 1877 era sakem degli Sioux.

Aveva già preso parte a ventitrè combattimenti che aveva avuto la cura di dipingere, bene o male, sul suo mantello da guerra di pelle di bisonte.

Dichiarata la guerra, stretta alleanza colle altre tribù indiane, gli Sioux, fidenti nel valore del loro capo, piombano sulla prateria, decisi a morire tutti piuttosto che cedere al governo di Washington il loro territorio.

Minnehaha, la sakem dei Corvi, era con loro, con Nube Rossa suo padre, decisa a vendicare Yalla, sua madre, che John, l’indian-agent, aveva scotennata nel massacro di Sand-Creek.

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

— Gl’indiani!... Badate alle vostre capigliature!... — aveva esclamato Turner, nel momento in cui il piccolo drappello, sfuggito incolume dal terribile incendio della prateria, si cacciava nella pineta.

John, Harry e Giorgio, udendo quel grido si erano precipitosamente gettati dietro il gigantesco tronco del pino, armando contemporaneamente i loro rifles.

— Dove sono, Turner? — aveva chiesto l’indian-agent.

― Attraversano l’ultimo lembo della prateria bruciata, ma pel momento non corriamo alcun pericolo.