Pagina:La vallese.djvu/11

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— Ebbene, sorella mia, credete voi che questo sia vero, o pensereste che l’uomo da per sè possa riscattarsi, e che a forza di virtù, egli pervenga a scancellare, a far dimenticare i suoi peccati?

— Oh Dio! questa idea m’è passata per la mente altre volte, ma ora non l’ho più. Prima di sentir parlare quel signore forestiero, m’immaginavo d’essere santa quanto era necessario per essere ricevuta da Dio, e che la mia buona vita farebbe scusar le mie colpe. Ora vedo pur troppo, che io sono una gran peccatrice, e che non posso, nè levarmi dall’anima i peccati, nè riparare il male che ho commesso!

— Ne siete voi certa? Avete voi provato a liberarvene?

— Credo di aver fatto tutto quello che può fare l’uomo! Dal momento in cui gli occhi miei si aprirono sul mio stato di peccatrice, e che mi vidi anzi maledetta dalla legge di Dio, fui spaventata, e pensai seriamente a viver meglio. Da quel giorno abbandonai tutto, lasciai tutto quel che aveva amato in questo mondo; rinunziai alle mie usanze, ai miei gusti, alle mie idee. Vissi fra le penitenze, e nelle privazioni le più dure. Diedi alla Chiesa ed ai poveri ciò che aveva, perfino i miei panni. Feci pellegrinaggi; recitai mille preghiere; stetti a tutti gli uffizi, a tutte le feste; lessi ed imparai salmi ed orazioni divote, e non è molto che ho fatto una novena a tutti i Santi... Ma à inutile! Mi si assicura che la mia salute è certa, che sono in istato di grazia; anzi mi chiamano la Santa; ma ho qui.... nel cuore.... sulla coscienza un peso che non mi lascia; un’ambascia continua. Oh! se voi me la poteste levare!