Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/84

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non dimenticarono nel 1294 neppure il Consorzio, che doveano conoscere abbastanza provveduto; onde avendo esposto che si trovavano in maxima quantitate et in magna necessitate1, ottennero di esser soccorsi con 100 soldi imperiali (l. 145,90), tolti così ai poveri del Vicinato, che soli v’aveano diritto.

In questo e nel precedente punto abbiamo adunque trovato ancora sulla fine del secolo decimoterzo le traccie del modo con cui si sviluppò l’antichissima Vicinia; obbligo di mantenere la chiesa e gli arredi sacri; concorso ai riti funebri dei Vicini; associazione a sollievo dei poveri del Vicinato. Forse di fianco a questo vecchio Consorzio, completamente laico negli scopi e nella amministrazione, n’era sorto uno, come quello di S. Michele del Pozzo o l’altro riformato di S. Alessandro della Croce, dove, sotto specie di beneficenza e di carità, s’era lasciato un campo larghissimo a pratiche religiose, luminarie, suffragi, feste e ad altrettali opere di umana superstizione, che ne traviavano il fine; laonde fu per avventura allo scopo, che il vecchio Consorzio non avesse a deviare dalla sua prima istituzione, che la Vicinia reputò opportuno di occuparsene con tanta solerzia sulla fine del secolo decimoterzo, e, riaffermando ripetutamente, che esso non dovea avere altro fine che le distribuzioni in soccorso de’ poveri, dettò norme sicure per essere guarentita, che a questo intento non si sarebbe mai venuto meno. Così essa tenne nettamente separati gli obblighi che le incombevano e rispetto al culto e rispetto alla beneficenza, e diede

  1. Acta II qu. 2.