Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/19

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acquedotti. Il secondo, che la porta del Mausoleo ivi indicata colla lettera C, ferisce per retta linea l’angolo principale D del detto ambito. E ’l terzo, che, secondo il medesimo Strabone, avendo il Mausoleo avuto al didietro il bosco, questo veniva a rimanere incontro lo stesso ambito, e in conseguenza dovev’ alludere al Mausoleo ed al Busto, riducendo per cosi dire l’una e l’altra fabbrica in un sol corpo, dal quale rimase distinto il Campo di Marzio come più diffusamente si legge nella spiegazione della medesima Tavola degli Acquedotti in proposito dello stesso Campo. L’Avanzo poi di cui si tratta, è di opera reticolata, e attorniato da barbacani, parte de’ quali sono architettati a nicchioni, come si vede nella già detta Tavola XI, alla fig. II. La di lui altezza pareggia il piano del colle degli Ortuli. Si dice, ch’ei fosse nel medesimo stato al tempo d’ Aureliano, che lo fece servire al nuovo recinto della città. Sembra però difficile, che un muro di si sterminata grossezza possa esser caduto casualmente, seppure le piene dell’acque piovane scorrendo impetuosamente dal colle verso questo angolo, e non trovando sufficiente sfogo pe’ fonimi del muro, i quali vi si veggono peranco, come apparisce dalla predetta fìg. II, abbiano colf andar del tempo precipitato questo gran masso, porzione del quale sondo rimasa in pendenza, ha perciò acquistato il nome di Muro-torto.

49. Altra porzione delle mura d’ Aureliano, che si finisce all’ avanzo predetto, e simile nella figura ai moderni baloardi.

50. Dalla detta spezie di baloardo sino alla Porta del Popolo le mura son costruite a corsi di tufi alla saracinese.

51. Porta del Popolo fabbricata dai Sommi Pontefici sopra gli avanzi di quella d’ Aureliano. Vi si veggono dai lati esterni i basamenti di marmo, i quali reggevano le torri. Questi furono maltrattati da’ Barbari, e forati nelle commessure per levarne i perni. I forami poi furono tassellali, quando fu rifatta la stessa porta.

52. Seguono sino al Tevere le mura rifatte da Belisario, e risarcite in più volte ne’ tempi successivi.

53. Indicasi il luogo ov’ era la Porta trionfale d’Aureliano inoggi del tutto spianata assieme colle di lui mura indicate co’ punti antecedenti e susseguenti.

54. Si nota il luogo della Porta Aurelia parimente spianala.

55. Sin qui proseguivano le mura d’ Aureliano.

56. Avanzi delle mura trastiberino, fabbricate da Aureliano, consistenti in oggi in un deforme composto di diversi ristauri si antichi die moderni. Fra gli antichi furono quei d’Arcadio ed Onorio, come si deduce dalla iscrizione riferita sotto il precedente num. 18, la quale era parimente collocala sulla Porta Portuense dello stesso Aureliano, i di cui avanzi peranco rimangono alla ripa del Tevere nel luogo contrassegnato nella presente Topografia generalo dalla cometa, e precisamente tra i frammenti 32 e 33 della antica icnografia di Roma ivi riportati all’ intorno. Tralasciando poi i ristauri che vi possono essere stati aggiunti dopo Arcadio ed Onorio dai Curatori della città riferiti in principio di questo Indice, vi si debbono annoverare quei del pontefice Alessandro VI, giacché questi riedificò l’odierna Porta Settimiana corrispondente col Ponte Sisto, detto anticamente Janiculenso, come meglio si vede nella detta Tavola topografica degli acquedotti in ordine la XXXVIII di questo Tomo. Dall’una e l’altra parte, cioè dalle Porle Portuense e Settimiana queste mura si protraggono sino alla odierna Porta di S. Pancrazio; fuori della quale , oltre il cancello della Villa Corsini rimane un avanzo della sostruzione dell’ antico condotto dell’ Acqua Alsietina, che io dimostro nella Tav. XII di questo medesimo Tomo, alla fig. I. Questo condotto proseguiva dentro la detta porta di S. Pancrazio verso il di lui Emissario e la corrispettiva Naumachia d’ Augusto , come riferisce sotto il susseguente num. 156 di questo Indice, e nella spiegazione della predetta Tavola degli acquedotti, correlativa al Commentario Frontiniano ivi compendiato.

57. Qui Urbano VIII incominciò la parte del suo recinto, demolendo l’antica Porta Portuense, invece della, quale Innocenzio X di lui successore apri la moderna.

58. Le repetizioni di questo numero dinotano il recinto di Roma dilatato dal medesimo Urbano VIII.