Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/21

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iscrizione che si legge nel gran fregio di uno dogli archi distinto in ampla forma dal medesimo rifacitore.

TI . CLAVDIVS . DRVSI . F. CAESAR. AVGVSTVS . GERMANICVS
POXTIFEX . MAXIM. TRIB. POT. V. IMP. XI. P. P. COS. DESIG. IIII
ARCVS . DVCTVS . AQVAE . VIRGINIS . DISTVRBATOS . PER . C. CAESAREM
A . PVNDAMENTIS . NOVOS . FECIT . AC . RESTITVIT


Furono successivamente investiti di tevolozza dall’ una e l’altra parte, come si dimostra nella Tav. XII, alla fig. II. Dello stesso acquedotto faccio special dimostrazione nella predetta Tavola degli acquedotti.

74. Monte Citorio. Questo è un’ ammasso delle rovine dell’ Anfiteatro di Statilio Tauro, e di altre antiche fabbriche circonvicine. Ciò si deduce primieramente dagli avanzi di alcuni Sedili circolari che doveano appartenere al medesimo anfiteatro, e da altri avanzi di antica fabbrica ritrovati 100 palmi sotto lo stesso monte nel gettarvi i fondamenti dell’ odierno Palazzo della Gran Curia Innocenziana che gli dà il nome di Citatorio o Citorio. Secondo: dal giro sferico dello stesso palazzo per essere situato sopra una parte de’ fondamenti del detto anfiteatro. Terzo: da altri simili sedili ritrovati 80 palmi sotto il medesimo monte nello scavo fatto l’anno 1705, allorché furono gettati i fondamenti della chiesa e delle case de’ Signori della Missione. E quarto, dal piano antico su cui era situata la Colonna dell’Apotesi, o Deificazione d’ Antonino Pio, estratta nel medesimo scavo da 100 palmi più sotto del piano moderno.

75. Colonna Antonina situata nel mezzo della piazza, che da lei si dice Colonna, e dimostrata nella Tav. XIII di questo Tomo, alla fig. I. Ella ha scolpite in un fasciamento dalla cima al fondo le battaglie, e la Vittoria riportata de’ Germani e de’ Sarmati da Marco Aurelio, da cui fu innalzata e dedicata al predetto Antonino Pio suo padre. Ha una interna scala a chiocciola illuminata da feritoje, onde si salisce al piano del gran capitello. Il pontefice Sisto V, fra gli altri ristauri fatti a questo monumento, fece investir di marmo l’ antico piedistallo deformato dagli incendj, e fece collocare sulla cima della Colonna la statua crea di S. Paolo.

76. Avanzo di una delle parti laterali del Portico che circondava la cella del Tempio del medesimo Antonino Pio, la di cui pianta ed elevazione si vede nel tratto dell’architettura di Andrea Palladio, formata dal medesimo sugli avanzi che al suo tempo esistevano in copia tale da poterne ritrarre il perfetto disegno. L’odierno avanzo consiste in undici colonne di marmo striate, deformate dagl’incendj, e internate nelle moderne pareti della facciata della Dogana di Terra, come si vede nell’anzidetta Tav. XIII, alla fig. II. Alcuni hanno falsamente creduto , che questo sia un avanzo delle fabbriche del Foro di Marco Aurelio.

77. Otto colonne di vasta mole le quali si dimostrano nella Tav. XIV di questo Tomo, alla fig. I. Sette di esse sono di cipollino, e della stessa grossezza di quelle del Pronao del Pantheon. Queste s’internano per metà parte ne’muri del cortiletto del palazzo spettante alla Confraternita del Rosario incontro il Teatro Capranica, e parte nelle case circonvicine, e specialmente nella bottega del Saponajo. Esse appartenevano al Tempio di Giuturna. L’ottava poi è di granito, ed internata in un maro dei prossimo vicolo Spada , che dalla detta piazza porta al vicolo de’ Pastini. Questa colonna apparteneva all’ antica fontana dell’ Acqua Vergine, e perciò vi si vede l’incavo per un tubo perpendicolare ch’ ejaculava l’ acqua.

78. Avanzo dei muri laterali del gran vestibolo del Pantheon, corrispondente agli altri avanzi inoggi tolti, e parte notati nella icnografìa di Roma del Bufalini, e parte riferiti dal Falconieri nel suo trattato della Piramide di Cajo Cestio. Esso avanzo si vede in un cortile del casamento situato sulla sinistra del medesimo Tempio incontro la fontana della piazza della Rotonda.

79. Pantheon, o sia Tempio di Giove Ultore, consistente in una magnifica Cella, ed in un maestoso Pronao, come si dimostra nella predetta Tav. XIV, alla figura II. Egli fu fabbricato da M. Agrippa, come apparisce dalla seguente iscrizione scolpita sul fregio