Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/28

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127. Altra Camera Sepolcrale della famiglia di L. Arrunzio parimente in essa Villa. Sono nelle pareti di questa camera de Colombaj, e nella volta de’finissimi stucchi; il tutto dimostrato nel Tomo II dalla Tav. VII fino alla XV.

128. Avanzo di un ricettacolo di acqua, che dalla cattiva maniera della sua costruzione si riconosce essere stato fatto in tempi di gran lunga posteriori alle opere degli Acquedotti. Questo dovea forse ricevere una porzione dell’Acqua Marcia che gli passava accanto.

129. Monumento delle Acque Claudia e Anione Nuovo summentovate, disposto a guisa di Arco trionfale nell’interno delle mura urbane alla Porta Maggiore, come si dimostra nella predetta Tavola XVII di questo Tomo, alla fig. II. In questo Monumento appariscono in tre vasti piani le tre seguenti iscrizioni. La prima, dinotante la grand’opera di Claudio che condusse queste Acque in due separati canali, l’uno superiore all’ altro. La seconda il ristauro dell’Acquedotto fatto da Vespasiano. E la terza quella di Tito.

TI. CLAVDIVS. DRVSI. F. CAISAR. AVGVSTVS. GERMANICVS. PONTIF. MAXIM
TRIBVNICIA. POTESTATE. XII. COS. V. IMPERATOR. XXVII. PATER. PATRIAE
AQVAS. CLAVDIAM. EX. FONTIBVS. QVI. VOCABVNTVR. CAERVLEVS. ET CVRTIVS. A. MILLIARIO. XXXXV ITEM. ANIENEM. NOVAM. A. MILIARIO. LXII. SVA. IMPENSA. IN. VRBEM. PERDVCENDAS. CVRAVIT

IMP. CAESAR. VESPASIANVS. AVGVST. PONTIF. MAX. TRIB. POT. II. IMP. VI. COS. III. DESIG. IIII. P. P AQVAS. CVRTIAM. ET. CAERVLEAM. PERDVCTAS. A. DIVO. CLAVDIO
ET. POSTEA. INTERMISSAS. DILAPSASQVE PER. ANNOS. NOVEM. SVA. IMPENSA. VRBI. RESTITVIT

IMP. T. CAESAR. DIVI. F. VESPASIANVS. AVGVSTVS. PONTIFEX. MAXIMVS. TRIBVNIC POTESTATE. X. IMPERATOR. XVII. PATER. PATRIAE. CENSOR. COS. VIII. AQVAS. CVRTIAM. ET. CAERVLEAM. PERDVCTAS. A. DIVO. CLAVDIO ET. POSTEA. A. DIVO. VESPASIANO. PATRE. SVO. VRBI. RESTITVTAS CVM. A. CAPITE. AQVARVM. A. SOLO. VETVSTATE. DILAPSAE. ESSENT NOVA. FORMA. REDVCENDAS. SVA. IMPENSA. CVRAVIT

Alcuni de’moderni scrittori hanno dato al detto Monumento il nome improprio di Castello d’Acqua, poiché non si vede alcun bottino per cui egli possa dirsi tale. Egli è posteriore alla costruzione dell’Acquedotto, ed è stato fabbricato da Tito in questo luogo che rimaneva sul bivio delle Strade Labicana e Prenestina, come si dimostra nella Tavola degli’ Acquedotti al num. 17; affine di disponi le riferite Iscrizioni, verificandosi con ciò il costume degl’ antichi di render magnifico il prospetto degl’Acquedotti sulle vie pubbliche. Si è però molto debilitato per il traforo fatto sotto il pontificalo di Sisto V nella grossezza de’di lui archi dalla inavvertenza dell’architetto per farvi passare il moderno Condotto dell’Acqua Felice.

130. Archi Neroniani, i quali prendevano parte dell’Acqua Claudia, e terminavano al Tempio di Claudio sul Monte Celio, diffondendola sullo stesso Monte, e nel Ninfeo di Nerone, come pure sul Palatino, e sull’Aventino, per via di una successiva prosecuzione di archi, come dimostro nella Tavola degl’Acquedotti coerentemente al Commentario Frontiniano. La congiunzione de’predetti archi al Condotto della Claudia si dimostra in pianta nella predetta fig. II della Tavola XVII di questo Tomo alla lett. E.

131. Avanzi della Piscina, o sia Tepidario delle Terme di S. Elena nella Villa Conti, ove apparisce la seguente tronca iscrizione:

D. N. HELENA. VEN.....AVG. MAT.
AVIA. RATIS...........
THERMA.......SI..........

Per altro si vede dalla mala connessione de’frantumi di tale Iscrizione, ch’ella è stata riportala sul muro ove apparisce.

132. Avanzi nella stessa Villa delle fabbriche degli antichi Orti Torquaziani, segnati