Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/33

Da Wikisource.

rimanessero vene di acqua provegnenti da una cosa la quale non era più in essere.

169. Tempio di Cibele di forma rotonda nel Foro Boario, inoggi Chiesa detta di S. Maria del Sole. La fig. I della Tavola XXII di questo Tomo ce n’esibisce le antiche semplici vestigia, cosi disegnate di proposito per dimostrarne la Cella. Quindi si vede esser questa circondata da un Portico di colonne co’loro capitelli, mancante ora dell’architrave, e di tutti gli ornamenti che lo rendevano compiuto; e si vedono nelle quattro facce de’ medesimi capitelli invece delle rose le pine, le quali erano il distintivo della Dea.

170. Sbocco nel Tevere della mentovata Cloaca Massima, la quale secondo T. Livio serviva di ricettacolo a tutti gli spurgi della Città. Essa incominciando dall’Arco di Settimio Severo segnato nella Topografia col num. 270 si protraea per via sotterranea a seconda de’punti distinti dai num. 281, 282, 168, 169, e 170, ov’è il predetto suo sbocco. Fu fabbricata sotto il Regno di Tarquinio Superbo, e guarnita di tre raddopj di archi; dal quale fu anche fortificata in questa parte la ripa del Tevere con più corsi di grossi peperini, come si dimostra nell’anzidetta Tavola XXIII di questo Tomo alla figura II, e detta perciò pulchrum litus. Colla quale opera, unita a quella del Circo Massimo fatta dallo stesso Tarquinio, dice T. Livio, che appena erano paragonabili le magnificenze fatte in progresso di tempo dai Romani. Lochè servirà di objezione ad alcuni de’ moderni Scrittori, i quali hanno defraudata ai Romani de’primi tempi la gloria nella maestà delle opere.

171 e 172. Due altre Cloache minori, fabbricate dai Censori M. Catone e Valerio Fiacco. La prima inoggi resta inutile, e la seconda tramanda nel Tevere l’Acqua Crabra o sia Marana indicata al num. 11, la quale si vede passare lungo il Circo Massimo, ed internarsi nella stessa Cloaca al num. 311, per direzione datale dai Moderni.

173. Avanzo del Sacrario di Saturno composto di grossi macigni, peperini, e travertini. Questo rimane dentro i molini incontro la Basilica di S. Maria in Cosmedin.

174. Colonne di marmo striate avanzate dal Portico che circondava la Cella del Tempio della Fortuna e di Matuta. Parte sono internate nell’interiori delle pareti della detta Basilica.

175. Avanzi delle Saline antiche i quali inoggi servono di magazzino di legname verso la strada di Marmorata, e precisamente dirimpetto all’odierno spaccio del sale. Questi si dimostrano nella Tavola XXIII di questo Tomo alla figura I colla lett. A.

176. Prosecuzione degli avanzi delle medesime Saline sulla ripa del Tevere sotto il Priorato. Del 1749 quivi vicino, e precisamente nel luogo notato colla lett. B nella stessa figura, si vedeva lo speco dell’antico Condotto dell’Acqua Appia, il quale terminava appiè del Clivo di Publicio nel luogo detto le Saline vicino alla Porta Trigemina, come si dimostra nella Tavola degli Aquedotti, e ai §§ 6, e 19 della di lei spiegazione relativa al Commentario Frontiniano ivi da me compendiato. Nello stesso anno Monsignor Casoni allora Presidente delle strade, per raccoglier l’acqua ch’esce da questo speco e che proviene dalle gocce che vi cadono dentro le viscere dell’Aventino, ne fece riformar l’orificio, e ridurlo in forma di picciola fontana, come si dimostra parimente nella detta figura I della stessa Tavola XXIII di questo Tomo alla lett. C.

177. Muraglione con barbacani, il quale reggeva le falde dell’Aventino superiormente al Clivo di Publicio, come si dimostra nella stessa figura alle lettere D, ed E.

178. Avanzi delle sostruzioni del Tempio di Giunone Regina, parte delle quali ora sostengono i muri della Chiesa di S. Sabina. Questo Tempio era anticamente famoso nell’Aventino, ed avea la Cella circondata da un maestoso Portico, le di cui colonne ora sostengono gli architravi della navata della medesima Chiesa.

179. Linee della circonferenza del Circo Massimo, la di cui traccia apparisce negli orti della contrada detta de’ Cerchj.

180. Avanzo circolare de’ cunei, i quali reggevano i sedili di marmo del medesimo Circo. Questo rimane sulla strada de’ Cerchj confinante col muro dell’ orto di S. Caterina da Siena, e precisamente dirimpetto ai molini.

181. Altro avanzo circolare de’ detti cunei opposto al predetto. E questo rimane nella vigna dietro agli stessi molini.