Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/40

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Neroniana si protraeva soltanto fino all’ Esquilie, e precisamente sino al loro angolo il quale forma lo stretto della valle accennata, ne viene in necessaria conseguenza, che su quest’ angolo confinassero gli Orti di Mecenate, e che le Terme di Tito occupassero una parte degli stessi Orti; ed ecco verificato, rispetto alle Terme il passo di Acrone, che il Nardini ha avuto il coraggio di sospettare di falsità: Antea Sepulcra erant in loco in quo sunt horti Mecenatis; ubi sunt modo Thermaæ. Dimostrati piucchè ad evidenza gli Orti di Mecenate, riman superfluo il riportar qui il pregiudizio formato dai moderni Scrittori, per cui non gli han potuti sinora rinvenire. Sembra nondimeno, che mi si possino objettare gl’ indici di Ruffo e di Vittore, i quali descrivono le Terme di Tito nella Regione III, e gli Orti di Mecenate nella V; ma siccome questi Orti, secondo il riferito passo d’ Acrone, occupavano il luogo de’ Sepolcri i quali erano nel Campo Esquilino; cosi la restrizione che ne fanno Ruffo e Vittore nella Regione V, non si deve intendere di tutta l’antica loro estensione, imperocché sendone stata occupata una gran parte sin da’ tempi de’ primi Cesari con iscambievoli fabbriche, fralle quali erano le dotte Terme: ed avendo questi due Autori compilati i loro Indici sulla decadenza dell’ Imperio, non poterono considerare per Orti di Mecenate se non la porzione rimasane nella Regione da essi assegnata ai medesimi. Si può pertanto arguire che il Tepidario delle Terme di Tito, e la di lui Casa sopra indicati, non fossero altrimente opera dello stesso Tito, ma di Mecenate, e che pervenissero a Tito, come successore nell’ Imperio ad Augusto, a cui pervennero i beni di Mecenate, giacché questi due avanzi non corrispondono nell’ odierno, nettampoco nella struttura colle Terme anzidette, che anzi queste si estendono da una parte sopra la detta Casa, come si è riferito al numero precedente, e come si è dimostrato nella loro pianta alla fig. I della Tav. XXVIII di questo Tomo. Onde è supponibile, che siccome Mecenate al dire di Dione nel LV della Storia Romana πρῶτός τε κολυμβήθρα θερμού ύδατος εν τη πολει χατεσκευασε, cioè: Fu il primo istitutore nella Città de’ Bagni di acqua calda; avesse, per porre in uso questa sua nuova invenzione, fabbricati quivi i suoi bagni, i quali fossero poi ampliati da Tito in quella forma di cui appariscono dalle loro vestigia.

237, e 238. Avanzi della estensione della Reggia di Nerone alle falde del Convento di S. Francesco di Paola, e sotto l’Arco della salita di S. Pietro in Vincoli. Nel fabbricarsi il detto Convento furono ritrovati de’ bagni con alcuni labri di piombo, le loro pareti investite di vetro di varj colorile delle lamine di metallo con altri vaghi ornamenti. Questo edifizio si dà supplito in pianta nella Tavola Icnografica del Foro Romano in ordine la XLVIII di questo Tomo al num. 49.

239. Avanzi sotto la Chiesa di S. Lorenzo in Fonte de’ Bagni ch’ erano aderenti alla Casa di Pompeo Magno. Questi consistono in una scala a chiocciola, e in un’ andito con una picciola stanza d’ opera incerta investita con opera reticolata, essendo il rimanente interrato dall’ odierno rialzamento del piano di Roma.

240. Avanzi delle pareti esterne della detta Casa di Pompeo Magno parimente di opera incerta, e investite di opera reticolata. Le rovine di questa Casa formano inoggi il grande ammasso che si vede nell’ Ospizio de’ Benfratelli Spagnuoli, e si estende negli orticelli circonvicini, e appiè della moderna Suburra.

241. Avanzi di muri di tevolozza in un cortile di una della case della prima scesa della via che da S. Maria Maggiore conduce a Monte Magnanapoli, e poco lungi dalla stessa Basilica. Questi appartenevano a bagni privati.

242. Fabbrica de’ tempi bassi inoggi granajo de’ Signori di S. Antonio Abate. Questa viene falsamente denominata il Tempio di Diana, mentre la forma dell’ Architettura, e i muri non corrispondono allo stile, e alla buona maniera de’ tempi antichi, e gli ornamenti sono del tutto gotici. Si vedono nelle pareti alcuni frammenti di marmi d’ opera tassellata ch’ esprimono varie cacce, e che sono l’unico c debole indizio a supporla per Tempio di Diana.

243. Avanzi delle Terme di Novato, su i quali fu fabbricala l’odierna Chiesa di S. Pudenziana. Altri avanzi delle medesime rimangono nelle cantine delle case convicine alla