Pagina:Le antichita Romane (Piranesi)-1.pdf/42

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ella passa. V’ è perciò il fondamento di credere, che questa sia l’ acqua ohe Diocleziano fece ritrovare e ricettare in pozzo per uso del mentovato Ninfeo, come apparisce dalla seguente iscrizione raccolta dal Grutero.

IMP. DIOCLETIANVS. C. AVG. PIVS. FELIX
PLVRIMIS. OPERIBVS. IN. COLLE. HOC. EXCAVATO. SAXO QVAESITAM. AQVAM. IVGI. PROFLVVIO. EX. TOPO. HIC
SCATENTEM. INVENIT. MAR. SALVBREM. TIBER
LEVIOREM. CVRANDIS. AEGRITVDINIBVS. STATERA. IVDICAT
EIVS. RECEPTVI. PVTEVM. AD. PROX. TRICON. VSVM
IN. HOC. SPHAEBISTERIO. VBI. ET. IMPERAT
NYMPHAEVM. F. C


254. Avanzi della Casa di Domiziano e di Sabino Vespasiano, parimente nel giardino Barberino.

255. Avanzi del Tempio di Cerere negli orti fra le Chiese di S. Andrea a Monte Cavallo e di S. Vitale.

257. Avanzi delle Terme di Costantino nel giardino Rospigliosi. Ne’ tempi scorsi fondandosi un muro del Palazzo di questa Famiglia, furono ritrovate alcune stanze adorne di stucchi, pitture, e grotteschi.

258. Avanzi de’ Bagni di Claudio nel giardino del Palazzo Panfilj a Monte Magnanapoli. Questi avanzi attraversando per l’odierna Via di S. Maria Maggiore, si protraggono sin sotto il Monastero de’ SS. Domenico e Sisto.

259. Torre delle Milizie, attribuita falsamente a Trajano, essendo ella opera de’ tempi bassi fatta dai Conti Tusculani, o sia degli Antenati della Casa Conti. Ella rimane nel Monastero di S. Caterina da Siena fra gli avanzi del Foro di Trajano.

260. Avanzi del medesimo Foro, oggi sotterranei, e sostenenti una parte del Monte Magnanapoli.

261, e 262. Avanzi della fabbrica circolare o calcidica dello stesso Foro, i quali si dimostrano nella Tavola XXVIII di questo Tomo alla fig. I. Ella è di tre ordini il primo de’ quali è interrato nelle rovine. Nella Tavola Icnografica del Foro Romano XLIII di questo medesimo Tomo, se ne dà la pianta secondo la sua antica esistenza dal num. 188 sino al 210, e vi si vede supplita l’altra calcidica corrispondente. L’estensione circolare de’ detti avanzi rimane nella casa di ritiro delle Vedove, in altre case convicine a S. Maria in Campo Carico, nel Palazzo Ceva, e nel Convento di S. Caterina da Siena. Alcuni de’ moderni Scrittori suppongono, che questa estensione appartenesse ai Bagni di Paolo da loro cognominato Emilio. Ma s’eglino avessero osservato la forma emiciclica della detta fabbrica, e la di lei continuazione nelle cantine delle predette case sino a S. Maria in Campo Carico nella guisa ch’io dimostro colla tinta più nera nella mentovata Icnografia del Foro Romano, e se avessero avuto riflesso alla iscrizione, che rapporto al seguente num. 263, posta nel piedistallo alla Colonna Trajana, dove si legge l’appianamento fatto appunto per dar luogo alla vastità del Foro Trajanense, attorniato in questo lato dal medesimo emiciclo; certamente essi non avrebbono dato nel doppio assurdo di riferir questa fabbrica al loro supposto Paolo Emilio, e di crederla spettante ai di lui Ragni, quando i di lei avanzi la dimostrano opera affatto differente dalle maniere de’ bagni. Oltredichè fralle memorie delle Antichità non si trovano menzionati veruni Bagni di Paolo Emilio, bensì semplicemente di Paolo, che Ruffo e Vittore ci riferiscono essere stati, non già nella Regione VIII, ov’ è la fabbrica in questione, ma nella VI.

263. Colonna Trajana innalzata dal Senato e dal Popolo in onore dell’Imperador Trajano per la vittoria da esso riportata nella guerra Dacica ed in cui furon riposte le di lui ceneri. Questa si dimostra nella détta Tavola XXXIX del presente Tomo alla fig. II, ed è un de’ più antichi monumenti che siano rimasi interi fralle opere maravigliose degli antichi Romani. Sembra essere striata e ricoperta poi dalla cima al fondo dal rivolgimento d’ una fascia che la rende coclide, ed ove sono effigiate in bassirilievi eccellentissimi le gesta