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porco e pepe. 83

Mentre la Duchessa cantava la seconda strofa, faceva saltare il bimbo su e giù con molta violenza, e il poverino guaiva tanto che Alice appena potette udire le parole della poesia: —

Parlo duro al mio bambino,
     Lo sculaccio se starnuta,
Perchè il pepe, il malandrino,
     Quando ei vuol, non lo rifiuta.
Ei ci annoia co’ suoi lai!

Coro.


     “Guai! Guai! Guai! Guai!

“Tenete! voi ve lo potrete ninnare un poco se v’aggrada!” disse la Duchessa ad Alice, buttandole il bimbo in braccio. “Bisogna ch’io vada a prepararmi per giuocare una partita a croquet con la Regina,” e scappò via. La cuoca le scaraventò addosso una padella, e per poco non la colse.

Alice afferrò il bimbo ma con qualche difficoltà, perchè la era una creaturina molto strana; e le sue mani e i suoi piedi guizzavano verso tutt’i lati, “proprio come quell’animaletto