Pagina:Le avventure di Pinocchio.djvu/225

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smettono di studiare e voltano le spalle ai libri, alle scuole e ai maestri, per darsi interamente ai balocchi e ai divertimenti, non possono far altro che una fine disgraziata! Io lo so per prova, e te lo posso dire!... Verrà un giorno che piangerai anche tu, come oggi piango io.... ma allora sarà tardi!... ―

A queste parole bisbigliate sommessamente, il burattino, spaventato più che mai, saltò giù dalla groppa della cavalcatura, e andò a prendere il suo ciuchino per il muso.

E immaginatevi come restò, quando s’accòrse che il suo ciuchino piangeva.... e piangeva proprio come un ragazzo!

— Ehi, signor omino, — gridò allora Pinocchio al padrone del carro — sapete che cosa c’è di nuovo? Questo ciuchino piange.

— Lascialo piangere: riderà quando sarà sposo!

— Ma che forse gli avete insegnato anche a parlare?

— No: ha imparato da sè a borbottare qualche parola, essendo stato tre anni in una compagnia di cani ammaestrati.

— Povera bestia!...

— Via, via.... — disse l’omino — non perdiamo il nostro tempo a veder piangere un ciuco. Ri-