Pagina:Le avventure di Pinocchio.djvu/281

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burattino. — Per vostra regola io sono come i gatti: ci vedo meglio di notte che di giorno.―

Il povero Pinocchio faceva finta di essere di buonumore: ma invece… Invece cominciava a scoraggiarsi: le forze gli scemavano, il suo respiro diventava grosso e affannoso… insomma non ne poteva più, e la spiaggia era sempre lontana.

Nuotò finchè ebbe fiato: poi si voltò col capo verso Geppetto, e disse con parole interrotte:

— Babbo mio, aiutatemi… perchè io muoio...―

E il padre e il figliuolo erano oramai sul punto di affogare, quando udirono una voce di chitarra scordata che disse:

— Chi è che muore?

— Sono io e il mio povero babbo!

— Questa voce la riconosco! Tu sei Pinocchio!…

— Preciso; e tu?

— Io sono il Tonno, il tuo compagno di prigionia in corpo al Pesce-cane.

— E come hai fatto a scappare?

— Ho imitato il tuo esempio. Tu sei quello che mi hai insegnato la strada, e dopo te, sono fuggito anch’io.

— Tonno mio, tu càpiti proprio a tempo! Ti prego, per l’amore che porti ai tonnini tuoi figliuoli; aiutaci, o siamo perduti. 18