Pagina:Le prose e poesie campestri....djvu/100

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non passano all’ultima, cioè a quella de’ contadini, che vive da tutte le altre affatto disgiunta. Poco questi nelle città si fermano; e i signori Italiani non vivono nelle campagne abbastanza, per corromperle col loro esempio, e con quello de’ lor domestici.

Quanto alla felicità, con piacere io mi ricordo sempre di ciò, che un tratto mi disse il Lavoratore di questi campi. Volli un giorno sapere, se da qualche desiderio tormentata era quell’anima, che pur pareami tranquilla, e ciò, ch’io dalla sua bocca e fisonomia raccolsi, fu, ch’egli credea che a tutti, lasciando ancora il bisogno di vivere, necessaria fosse l’occupazione; ch’egli aveva osservato ch’io stava su i libri, come se da questi trarre io dovessi la mia sussistenza, esser veramente il mestier suo faticoso assai, ma, avezzo a questo sin da’ primi anni, non saper quasi desiderarne uno men laborioso, e bastargli che l’anno corra in maniera, che a rimaner non abbia al di sotto. Questo, non