Pagina:Le prose e poesie campestri....djvu/140

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124 le poesie

     Che ognor vive a sè cara? Uom, che le ambasce
Del rimorso, torcendo in sè la vista,
99Paventerà, questi per me non nasce.
     Questi sol qualche ben nel vario acquista
Tumulto, perchè in lui strugge e disperde
102La conoscenza di sè stesso trista.
     Ma su lucido colle, o per la verde
Notte d’un bosco, co’ pensieri insieme,
105E co’ suoi dolci sogni, in cui si perde,
     Passeggia il mio fedele, e duol nol preme,
Se faccia d’uom non gli vien contro alcuna,
108Perchè sè stesso ritrovar non teme;
     E nel silenzio della notte bruna
Estatiche fissar gode le ciglia
111Nel tuo volto soave, o argentea Luna;
     E per l’ampia degli astri aurea famiglia
Gode volar, di Mondo in Mondo passa,
114Passa di meraviglia in meraviglia.
     Levando allor la fronte trista e bassa,
Deh! grido, se ti spiace il culto mio,
117E che pensi di me, saper mi lassa.