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le poesie | 193 |
XIV.
Mi coprirà quella stess’ombra morto,105
L’ombra, mentr’io vivea, sì dolce avuta,
E l’erba, de’ miei lumi ora conforto,
Allor sul capo mi sarà cresciuta.
Felice te, dirà fors’ei, che scorto
Per una strada, è ver, solinga e muta,110
Ma donde in altro suol meglio si varca,
Giungesti quasi ad ingannar la Parca.
XV.
L’alme stolte nodrir non aman punto
Il pensier della loro ultima sorte,
E che solo ogni dì morendo appunto115
Può fuggirsi il morir, non fansi accorte.
Così divien come invisibil punto
Il confin della vita e della morte;
Onde insieme compor quasi n’è dato
Di questo, e del venturo un solo stato.120
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