Pagina:Le prose e poesie campestri....djvu/248

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232 dissertazione

do, ecco mi s’avventa subito al cuore una certa soavità; ma questa soavità quanto non l’accresce il considerare, che quella bellezza è prodotta dal caso, il quale accozzò insieme que’ diversi oggetti così, che un tutto nobile e raro ne scaturisse? Per lo contrario, quando una bella scena artifiziale mi s’appresenta, certo io ricevo subito una sensazione assai dolce; ma la riflessione, lungi dall’accrescere il piacere, parmi anzi diminuirlo. Perciocchè il sapere, che quell’accozzamento è uno studio, mi rende di difficilissima contentatura: intanto che una minor bellezza, ma casuale, mi diletterà, e m’incanterà molto più, che un’assai maggiore, ma frutto dell’arte, dalla quale non è cosa ch’io non esiga. E ciò io dico di quelle bellezze che l’arte sa perfezionare: perchè rispetto a quelle più grandi e sublimi, che osa imitare talvolta, è incredibile quanto rimanga al di sotto, e quanto più mi disgusti la infelicità, che l’ardire non mi piaccia, del tentativo.