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II.


Drïadi ombrose, alla cui nobil cura
     L’orror commise della selva amica
     Carlo, tra le cui piante alla fatica
     De’ più gravi pensier talor si fura;

Euro invitate a contemprar l’arsura
     Con l’aure, che nel grembo ei si nutrica
     Ed Austro allor, che la campagna aprica
     Borea col gel de’ freddi spirti indura.

Ma perchè rio furor d’alta tempesta
     Tronco non svella, o di saetta accesa
     Non sia rimbombo a minacciarla ardito,

Basta Carlo scolpir per la foresta,
     Ch’ella fia d’ogni oltraggio indi difesa:
     Tanto è l’eccelso nome in Ciel gradito.