Pagina:Le selve ardenti.djvu/106

Da Wikisource.

Capitolo X.


La resa.


Sarebbe stato forse meglio che le belve avessero continuato da sole l’assedio della grande caverna degli Atabask, poichè finchè c’erano delle mummie da bruciare, grandi pericoli non esistevano, avendo tutti gli animali troppa paura del fuoco.

Cogl’indiani la cosa si aggravava improvvisamente, senza che le carcasse degli Atabask potessero servire gran che.

— Siamo presi! — aveva esclamato rabbiosamente John, gettando a terra la parrucca. — Per riavere la mia capigliatura io vi ho stupidamente perduti.

— Non siamo ancora fra le grinfie di quella vecchia scimmia che si chiama Nube Rossa — gli disse Harry, il quale vedeva le cose sempre dal loro lato buono. — Prima che i Sioux entrino, dovranno fare i conti coi nostri rifles; non è vero, signor Devandel?

— Parrebbe anche a me — rispose il capitano, scaraventando sul fuoco un’altra carcassa degli Atabask. — Delle munizioni ne abbiamo ancora, perchè possiamo contare su quelle di Sandy-Hook e di quel pazzo di lord. —

John scrollò la testa.

— Quanto la potremo durare? — chiese poi. — Noi siamo in quattro, mentre gl’indiani che ci stringono addosso, Dio sa quanti sono.

Quel cane di Nube Rossa non sarà qui venuto con un araldo ed un sonatore di flauto.

Saranno in buon numero, ve lo assicuro io. Ora che sanno chi siamo noi, faranno degli sforzi supremi per darci nelle mani della Scotennatrice.

Maledetta donna! Abbiamo avuto torto a non gettarla nel Lago Salato quand’era ancora bambina. —

Quattro o cinque colpi di fucile rimbombarono al di fuori, ed i proiettili attraversarono la gran sala.