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LE SELVE ARDENTI 163

— In sei, signore, — disse Harry — poichè vorremo anche noi; è vero, Giorgio?

— Sempre! — rispose il secondo scorridore, — Quando si tratta di galoppare alla ventura con più o meno probabilità di lasciare la pelle fra le unghie di un orso, o le budella sulle corna d’un bisonte innamorato, o fra le mani dei vermi rossi, io son sempre pronto.

Del resto, se gli scorridori di prateria non hanno un letto, è naturale che non debbano morire su un materasso.

— Ben detto, giovanotto, — disse il bandito. — Quanti saranno stati gl’indiani che sono riusciti a forzare la linea della cavalleria?

— Una sessantina; — rispose l’indian-agent — ma parecchi sono caduti nella carica e alcuni devono esser feriti.

— Sono sempre molti; tuttavia con uomini risoluti come voi, io non dispero di ottenere la mia grazia.

— Ed io la mia capigliatura, — aggiunse John.

Riattraversarono il campo inzuppato di sangue e pieno di cadaveri d’uomini, di donne e di cavalli, e raggiunsero il generale Farsythe, il quale appariva assai preoccupato della strage che aveva commessa, non contando di certo su una promozione ma piuttosto temendo una destituzione.

Il bandito presentò i quattro prigionieri. Quando udì il nome del capitano Devandel, trasalì.

— Il figlio d’un valoroso! — disse. — Io ho conosciuto vostro padre quando combatteva sulle frontiere messicane. Non so se questo combattimento mi porterà fortuna, poichè nella furia dell’attacco i miei uomini non hanno risparmiato le donne e i fanciulli; ad ogni modo sono ben lieto di esser giunto in tempo a strapparvi al palo della tortura.

— Qualche ora di ritardo, generale, — rispose il capitano — e Minehaha si sarebbe vendicata atrocemente di noi.

— È una pantera, quella donna, vera figlia di sua madre! — rispose il generale. — Peccato che mi sia sfuggita insieme con quella vecchia, pelle che si chiama Nube Rossa!... Orsù, il mio compito è finito. Ritorniamo nella bassa prateria.

— E tutti questi morti? —

Il generale alzò leggermente le spalle e poi disse:

— Nella prateria alta i lupi sono numerosi. Fra un paio di giorni non si troveranno più nemmeno le ossa di questi indiani.

I falchi e le aquile dalla testa bianca cominciano già a giungere.

Venite con noi, capitano?

— No, generale, — rispose il signor Devandel. — Regalateci quattro