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172 EMILIO SALGARI

Appena in piedi, l’inglese si volse verso il bandito e gli disse:

— Mio thè, poi mia lezione di boxe.

— Non abbiamo tempo da sprecare pei vostri capricci, ― disse John.

— Vuoi dire?

— Che se ci annoiate, vi faremo mangiare dai lupi, signor seccatore.

— Io volere mia lezione: io pagare.

— Andate a seminare le vostre sterline sulle rive del fiume del Lupo.

— Io volere lezione allora da voi. —

Il signor Devandel ed Harry, che cominciavano a perdere la pazienza, si gettarono addosso a quell’originale e lo tempestarono di pugni.

Lord Wylmore tentò di tenere testa a quella scarica di fisk-shook che gli giungeva in pieno petto, poi cadde in mezzo alla neve colle braccia allargate, dicendo:

— Aho! Buona lezione! —

Sandy-Hook non ai era mosso, anzi sorrideva, contentissimo di vedere quell’eterno pugilatore così malmenato.

— Ne avete abbastanza, milord? — chiese Harry, preparandosi a scaricare novamente sopra di lui una tempesta di pugni, anche dati senza le regole della boxe.

L’inglese aspirò una gran boccata d’aria, si passò le mani sul petto bene ammaccato, poi rispose:

Yes: troppa lezione ora.

— Volete continuarla?

— No, no.

— Allora rimettetevi in gambe e montate sul vostro cavallo milord, — disse Sandy-Hook. — Noi non abbiamo tempo da sprecare pei vostri capricci, e poi pensate che ad ogni ora che passa, Minehaha si allontana sempre più da noi.

— Io non voler perdere bella indiana.

— Allora a cavallo.

— E mio thè?

— Non siamo nella nostra casupola, qui, e quindi sarete costretto a farne a meno d’ora innanzi.

— Io pagare sterline.

— Chiamate allora i camerieri della prateria. Ma badate che quelli hanno quattro gambe e dei denti d’acciaio.

— Aho! Lupi?

— Sì, parlo dei lupi.

— Brutte bestie. Io non avere sterline per loro.

― Allora in sella. —