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LE SELVE ARDENTI 213

Il branco, spaventato, si dette alla fuga verso il settentrione, mentre, l’inglese, tutto lieto di quel primo successo, armatosi del suo coltellaccio da caccia e sceso a terra, s’accostò alla vittima ancora boccheggiante.

— Io volerti mangiare lingua — disse — perchè io avere molta fame e briganti non volermi dare zamponi d’orso. —

Le squarciò la gola e s’impadronì, ma non senza fatica, di quel pezzo scelto che tutti gli scorridori di prateria non abbandonano mai ai lupi.

L’inglese appese alla sella il trofeo sanguinante e riprese la corsa coll’intenzione di fare una grande strage di quei pacifici ruminanti.

Se non che il branco si era di molto allontanato e galoppava verso il Missuri coll’intenzione di attraversarlo e di salvarsi a nuoto sulla riva opposta, se non era gelato.

Ci volle una buona mezz’ora prima che lord Wylmore sparasse la seconda fucilata, con la quale atterrò un magnifico vitello grande quasi quanto un bue comune.

— Aho! — esclamò l’inglese, raggiante. — Io essere grande cacciatore sempre.

Io tornare mia patria terribile pugillatore e rifleman di primo ordine.

America bel paese per guarire spleen. —

Legò il mustano e s’impadronì anche della lingua del povero vitello.

— Io questa sera cenare come Graziosa Regina — disse. — Hip! Hip! Hurrà!

Ed il maniaco si rimise per la seconda volta in caccia, risalendo verso il settentrione, dietro la mandra che fuggiva sempre senza ribellarsi, mentre le sarebbe stato così facile gettare in aria cavallo e cavaliere.

Aveva ricaricata la carabina per atterrare il terzo animale, ma ad un tratto, superata una fitta foresta, si trovò sulle rive d’un gigantesco fiume tutto gelato e sulla cui superficie si erano già lanciati confusamente i bisonti, senza pensare che da un momento all’altro potevano precipitare in acqua senza nessuna speranza di salvarsi, quantunque siano buoni notatori.

Quel fiume era il Missuri, una delle più grandi arterie fluviali che solchino le vergini terre degli Stati Uniti del settentrione.

Quest’affluente del non meno gigantesco Mississipì, ha le sue sorgenti fra le montagne Rocciose, sorgenti che furono solamente scoperte nel 1805 da Lewis e Clercke, e che si trovano fra il 42° ed il 48° di latitudine nord.

Nelle sue parti superiori accoglie nel suo seno dei grossi fiumi, quali il Jefferson, il Madison, il Gallatin ecc., ma non è navigabile, essendo il suo corso interrotto da spaventevoli cateratte che nemmeno gl’indiani