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42 EMILIO SALGARI

Si tengono nascosti, e dopo avere abbagliati i disgraziati nuotatori, li uccidono....

Su, squaw, andiamo a vedere chi sono quegli uomini misteriosi.

— Ti precedo, fratello viso pallido, — rispose la giovane.

— Pronte le carabine, signor Devandel, — disse John — perchè non mi fido di tutte quelle bestie. —

L’ultima degli Atabask attraversò la immensa sala, senza nemmeno prendere una scure, quantunque ve ne fossero molte appese alle pareti, e discese la stretta scala, mettendo in fuga colla sua sola presenza una mezza dozzina di lupi neri, che ululavano come se fossero invidiosi dei ruggiti della rapida, ed un paio di grossi orsi pure neri, che pareva avessero saccheggiato quella notte stessa un campo di grano, tanto erano rotondi e grassi. Intanto le fucilate erano incominciate sul fiume. I misteriosi cacciatori avevano aperto un fuoco vivissimo contro i cigni, che dovevano trovarsi in gran numero nei dintorni della rapida e dell’isolotto.

— Corpo di cento corna di bisonte! — esclamò John armando per precauzione il rifle. — Che siano dei banditi invece che dei cacciatori? In questa regione i galantuomini sono anche meno rari che nel Far-West.

È vero, signor Devandel?

— I primi immigrati sono sempre stati dei ladroni — rispose il capitano.

— E perciò farete bene a tenervi in guardia e non lasciare un solo momento la carabina.

— Terrò d’occhio quei signori, mio vecchio John, e se vorranno seccarci avranno il loro conto.

Non pretendo di tirare come un vero scorridore, tuttavia di rado sbaglio i miei colpi.

— Lo sappiamo da lunga data, signor Devandel, — rispose l’indian-agent sorridendo.

Si erano cacciati sull’istmo, il quale, come abbiamo detto, era fiancheggiato da piante acquatiche assai più alte di un uomo. Le attraversarono in fretta seguendo sempre la giovine indiana e raggiunsero la penisoletta scomparendo sotto l’ombra cupa delle piante, non essendovi ormai più neve in terra.

A destra e a sinistra le belve fuggivano ad un semplice cenno dell’ultima degli Atabask, e non erano solamente animali feroci. Anche bisonti giganteschi e cervi grossissimi correvano subito a rinselvarsi.

Con una rapida marcia la donna e i due uomini raggiunsero l’estremità settentrionale della penisoletta, proprio nel momento in cui il canotto montato dai due misteriosi cacciatori, approdava.