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cino presso ad Avezzano, e scendendo pel Liri, congiungersi al ramo del Tirreno presso Ceprano. Questo sviluppo sarebbe di circa chilometri 185. Ma un’altra diramazione più breve e forse meno difficile e dispendiosa si presenta diramando il tronco dal ramo dell’Adriatico alla foce del Sangro tra Ortona ed il Vasto, sforando l’Apennino tra Castel di Sangro ed Isernia, e scendendo per la Val di Volturno a congiungersi col ramo del Tirreno a Teano. Questa seconda linea è lunga soli chilometri 144. Uno studio locale comparativo del terreno potrà determinare la preferenza da darsi sulla prima. Anche questo tronco è tra quelli concessi alla società Lahante, e compagni ed aspetta l’approvazione del Parlamento.

VII. Tronco da Napoli a Foggia. Sale il Volturno, tocca Benevento, fora l’Apennino sotto Castelfranco, e scende nei piani Apugliesi per unirsi a Foggia al ramo dell’Adriatico. Questo tronco importantissimo per il commercio di Napoli e Roma col levante e per gli interessi locali, perchè congiunge le due città più importanti del Napoletano, è lungo circa chilometri 135, ed è legato, credo, alla convenzione Adami e Lemmi.

A completare il novero delle linee nazionali resta il gruppo di quelle che pongono in diretta communicazione l’Italia coi paesi finitimi. Il tronco del Moncenisio facendo parte del ramo del Po già discorso, non occorre che ne facciamo soggetto di ulteriore esame. Resta a dirsi dei tronchi di communicazione da Milano alle Alpi Svizzere, da Verona alle Alpi Retiche e da Mestre all’Isonzo.

Pende ancora indecisa la questione, se pel primo tronco convenga raggiungere l’Alpe alla Spluga, oppure al Lucomagno, oppure al Gottardo, per portare il commercio del Mediterraneo e dell’Adriatico al centro dell’Europa, in concorrenza ai porti di Marsiglia e di Trieste. È impresa ad ogni modo ardua e che richiede il sacrificio di molti milioni per parte dell’Italia, sagrificio che non avrebbe forse sufficiente compenso nei vantaggi che ne trarrebbe il commercio interno, ma che, comunque grave, sarà sempre bene incontrato per l’incremento notevolissimo che ne avrebbe la marina italiana, la quale deve formare se non la prima, almeno una delle principali molle della nostra potenza esteriore. Qualunque sia il valico che sarà tentato, lo sviluppo di questa linea da Milano ai confini oscillerà fra i 160 ed i 180 chilometri, sia che da Milano per Como si segua rasentando il lago la linea più di-