Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/113

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traduzione letterale. 89

Essi non hanno ferro, nè acciaio, nè armi, e non sono adatti a ciò, non perchè non abbiano ben disposta e bella statura, ma perchè sono timidissimi oltre ogni credere. Non hanno altre armi, salvo le armi delle canne, quando sono in semente, al cui capo pongono un bastoncino aguzzo; e non osano servirsene, chè molte volte mi è accaduto inviare a terra due o tre uomini a qualche villaggio per aver lingua, e uscire verso essi innumerevoli abitanti, e dopochè li vedevano accostarsi, fuggire così da non guardare il padre al figlio; e questo non perchè a qualcuno si avesse fatto male; anzi in ogni sito ove io sono stato, ed ho potuto avvicinarli, ho loro dato di tutto quello che possedeva, così panno, come molte altre cose, senza ricevere in cambio cosa alcuna; ma sono timidi senza rimedio. Vero è che dopo che si rassicurano e perdono questa paura, essi sono tanto ingenui e tanto liberali di ciò che posseggono che non lo crederebbe chi non lo vedesse. Chiedendo loro cosa che abbiano, giammai dicono di no, anzi incitano la persona a domandarla, e mostrano tanto amore che darebbero i cuori, e chiedendo loro vuoi cosa di valore vuoi di poco prezzo, subito, per qualsiasi bagattella che loro si dia in cambio, sono contenti. Io proibii che si dessero loro cose sì vili, come frammenti di stoviglie e pezzi di vetro rotto e capocchie di spille: quantunque, quando essi potevano ottenerle, paresse loro di avere la miglior gioia del mondo; che son certo un marinaio, per una spilla, aver avuto oro del peso di due castellani e mezzo; e altri per altre cose che valevano molto meno, e specialmente per bianchi nuovi1, davano tutto quanto possedevano, fos-

  1. Il bianco era una monetuzza d’argento, o di rame unito all’argento. Diceansi altresì soldi bianchi, e con questo nome sono menzionati in antiche cronache francesi ed inglesi.