Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/116

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92 traduzione letterale.

a Fonterabia, in Biscaglia. Dunque in quadrato misura cento ottant’otto grandi leghe per retta linea da occidente ad oriente. Essa è troppo appetibile perchè, una volta veduta, la si possa abbandonare. Conciossiachè in questa isola, della quale ho preso possesso in nome delle loro altezze, vi è grande abbondanza di tutto quello che io saprei dire; per cui le loro altezze, per le quali la tengo, ne potranno disporre in tutto come del regno di Castiglia. In questa Spagnuola, nel luogo più conveniente, e il miglior circondario per le miniere d’oro e per tutto il commercio così della terra ferma di qui come di quella del Gran Can1, dove si farà molto traffico e molto guadagno; ho preso possesso di un grande villaggio cui posi nome la Natività, ed ivi mi assicurai ed eressi un fortilizio che a quest’ora dev’essere del tutto terminato, e vi lasciai uomini sufficienti al bisogno, con armi e artiglierie e vittovaglie per oltre un anno, ed una fusta, ed un maestro di mare, esperto in tutte le arti, per farne altre, affidandomi alla grande amicizia col re di quella terra al punto che si pregiava di chiamarmi e tenermi per fratello. E quand’anche mutassero intenzioni e volessero offendere questa gente, nol potrebbero, perchè non sanno che siano armi, e vanno nudi, e come ho già detto, sono i più paurosi che vi sieno al mondo; cosicchè soltanto la gente che è colà rimasta è bastevole per distruggere tutta quella terra; ed è isola senza pericolo per le loro persone, sapendo reggersi. In tutte queste isole mi pare che tutti gli uomini sieno contenti di una sola moglie, e soltanto il loro capo può averne

    si trova appunto essere Gibilterra, ove gli antichi posero le Colonne d’Ercole. Nè d’altronde si può alla città di Colonia, posta nel cuore dell’Europa, muovere per mare sino a Fonterabia.

  1. Vedi la nota a pag. 87.