Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/130

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106 lettere autografe


seppi, che non eseguivano il patto, li ripresi, e sperava ch’egli meco si unirebbe a fare altrettanto; ma fu al contrario.

Irritolli contro di me, dicendo ch’io cercava di togliere a esso loro quello che le AA. LL. concedevano; e si affaticò di cacciarmegli a’ fianchi, e lo fece, e che scrivessero alle LL. AA. che non m’inviassero più mai al governo: e così supplicai io stesso per me e tutta la1 casa mia, ove non abbia un popolo diverso; ed egli unito a loro ordinò una perquisizione di furfanteria, che somigliante non si seppe nell’inferno giammai. Ma sopra di noi è Nostro Signore, che scampò Daniele e i tre garzoni con tanta sapienza e forza sua propria, e con tanto apparecchio, se gli piacesse, come con la sua volontà.

Saprei ben io rimediare a tutto questo, e a quanto ho detto, ed è avvenuto dappoichè io sono nelle Indie, se la volontà mi permettesse di procurare il mio proprio bene, e ciò fosse cosa onesta. Ma il sostenere la giustizia, e l’aumentare il dominio delle AA. LL. fino ad ora mi tiene in fondo. Oggidì che si trova tant’oro, avvi discordia di pareri, se meglio convenga andare rubando, o andare alle miniere. Per una donna si trovano cento castigliani, come per una fanciullina2: ed è molto in uso, e sonovi molti mercanti che vanno buscando fanciulle di nove in dieci anni: or sono in pregio di tutte l’età3.

  1. Nel Codice veramente si legge Cosa, non Casa; ma il sentimento vuol Casa, come debbono aver letto anche gli Accademici, che tradussero famiglia.
  2. Nel Codice, labrança.
  3. Le parole ha de tener un bueno, non si possono spiegare, per colpa dell’amanuense, come si vuol credere.