Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/140

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116 lettere autografe

naica1. Nella isola chiamata Dominica scrissi questo fin donde sempre avei il tempo a domandare a bocca. Questa medesima notte che quivi intrai fu con grande fortuna e tormento, che sempre da poi mi perseguitò. Quando arrivai sopra la isola Spagnola così nominata, mandai un mazzo di lettere a Vostra Maestà, nelle quali gli domandava di grazia un naviglio con miei danari: perchè un altro, che io ne aveva, era già fatto innavicabile, e già non soffria le vele: le quali lettere Vostra Maestà saperanno se le hanno ricevute. La risposta che Vostre Maestà me mandarono fu questa, che io non volessi andare, nè stare in terra: per la qual cosa cascò lo animo alla gente che con me erano, per paura che io li voleva menar da lungi, dicendo che se alcun caso o pericolo gli accadesse, che non sariano remediati; anzi saria di loro fatto poco estima, e a cui parve disseno che le terre che io guadagnassi, Vostre Maestà le farian provedere di altra persona che di me. La fortuna era grande, e in quella notte mi smembrò li navigli, e ognuno menò in sua parte, senza alcuna speranza, altro che di morte: ognuno teneva per certo che li altri fusseno persi. Chi nascette, senza quietare2 Iob, che non fusse morto disperato, che in tal tempo, per mia salvazione e di un mio piccolo figliolo e fratello e amici, mi fusse difesa la

  1. È assolutamente da credere che non Iamaica, ma Ianaica, si trovi nell’originale spagnuolo; benchè strana sembri questa denominazione. Di fatto che Colombo zonse a una isola chiamata da paesani Iamaica, ma come lui dice, dalli cosmografi ditta Ianna mazor, leggesi nel capo quindicesimo del Libretto di tutta la navigazione dei Re di Spagna delle isole e terreni nuovamente trovati, stampato in Venezia per Alberto Vercellese da Lisona nel 1504 in 4.
  2. Quietare dallo spagnuolo quitar, come dal francese quitter, è qui usato per tralasciare.