Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/16

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xii avvertenza

notizie di osservazione degnissime schiettamente e nella più autentica forma ne presenta”.

Rispetto al modo tenuto dal Morelli nel ristamparla, egli dice: “Io ne ho solamente ridotto il testo ad ortografia, non facendovi cambiamento d’importanza, nè alterandovi frasi o voci: li nomi propri, i quali nelle vecchie scritture vogliono ritenersi assolutamente, ho ricopiati; e così pure le date dei tempi, o con le lettere o con li numeri arabici, come nella prima stampa trovavansi, affinchè di qual peso essere possano meglio si vegga, ho riprodotte: in somma, non facendo mai cambiamento nella sintassi, ho tolta soltanto alla dicitura quella rozzezza ch’ella seco portava, e di cui una mostra nella Lettera di dedicazione ognuno vede.”

Noi seguimmo il Morelli nella grafia. Delle sue annotazioni trasceglieremo o smembrammo il meglio; vale a dire quanto serviva all’illustrazione del testo, non ad erudizione curiosa e più remota da quello.

Pochi scritti, come le lettere del Colombo, ci fanno figger lo sguardo nel processo creativo dello spirito che, secondo la mirabil parola di Milton, cova il vasto abisso. Si vede l’idea a cui la fede è l’amianto che le fa sfidare le fiamme delle persecuzioni. Si sente il dolore del grande intelletto, che crea gemendo e consolando.