Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/160

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136 lettere autografe

tornata ha passato grandissimi stenti e pericoli della loro vita: domando di grazia a Vostra Maestà che si facciano pagare incontinente, a causa che sono poveri, e che secondo la loro condizione Vostre Maestà gli facciano qualche grazia, acciò un’altra volta abbiano a servire Vostre Maestà di bon core; che a mio giudicio a quanto credo, gli portano le megliori novelle che mai portasse uomo in Spagna. Lo oro che aveva il Signore di Beragna, benché secondo informazione fusse molto, e ancora delli suoi sudditi e terre circonvicine, non mi parve doverglielo torre per via di latrocinio; né ancora non era servizio di Vostre Maestà di pigliarlo per via di robamento. Il bon ordine eviterà scandalo e mala fama di Vostre Maestà; e con bon modo affatto il cavaremo, e lo faremo ritornare al tesoro di Vostre Maestà, che non vi mancherà grano, per quanto che ’l sia grande quantità. Con un mese di bon tempo io avria finito tutto il mio viaggio, e per mancamento di navigli non volsi stare ad aspettare per tornarvi: ma per ogni cosa, che in servizio sia di Vostre Maestà, mi offero, e spero in quello onnipotente Iddio, che mi fece, dandomi sanità, trovare cose e vie ascondite, delle quali Vostre Maestà con tutta la Cristianità se ne allegraranno e faranno festa meritamente. Io credo che Vostre Maestà si debbano arricordare, che io voleva far fare certi navigli di nova forma; ma la brevità del tempo non mi lassò, perchè io già aveva visto quello gli era bisogno per vi dovere navicare, per rispetto che ivi sono altre sorti di mare e venti. Se a Dio piacerà, lo metteremo in opera, come sia aggionto, piacendo a Vostre Maestà.

Io ho in più estimazione questa faccenda di queste terre e minere con questa scala e signoria, che tutto l’altro che ho fatto nelle Indie isole. Non è figlio questo per dar a nutrire a matrigna. Della Spagnola, della