Pagina:Lettere autografe Colombo.djvu/52

Da Wikisource.
32 cristoforo

come catena elettrica, faceva risentire all’Italia ogni scossa del mondo orientale. Il problema ch’ei sciolse era pure il problema che il Senato veneziano ed il genovese agitavano nelle loro gravi consulte; l’argomento a cui consacrò la sua vita era pur l’argomento che entrava in tutti i colloquii famigliari del popolo mercantile e marinaresco d’Italia; la via ch’ei trovò era pur quella via che le cognizioni scientifiche di que’ tempi, raffrontate e raccolte da una mente indagatrice, indicavano come più breve, più acconcia, o sopratutto più libera — libera come il mare. Colombo non è dunque un miracolo inesplicabile, nè uno spirito isolato senza patria, senza genesi. Ma ciò che si toglie alla puerile maraviglia, si cresce alla feconda ammirazione. Se è vero che molti fra gli antichi, come Aristotile, Possidonio e Seneca, aveano apparecchiati i primi germi dell’idea di Colombo; se è vero che quest’idea sfavillò nella sua pienezza alla mente di Paolo Toscanelli, è più vero ancora che Colombo solo si conquistò il diritto di dire, come disse nella sua lettera del 1493, «ottenni cosa che finquì le forze mortali non aveano potuto conseguire; perchè se di queste isole alcunchè fu detto o scritto da altri, tutto finì in ambagi e in congetture; nessuno disse d’averle vedute, onde quasi pareano favole..... e prova ne sia che quanti udivano il mio disegno, tutti il volgevano a scherno....... di modo che le scienze e le autorità poco mi giovarono presso gli uomini». — E veramente se la scienza e le autorità fossero bastate, Toscanelli avrebbe scoperta l’America; ma quando un’idea deve passare nei fatti, un’altra forza si richiede, un’altra virtù. Non ha molti anni, gli Italiani accoglievano riverenti Riccardo Cobden, illustre non per altro, come egli medesimo confessava argutamente, che per aver saputo, fortunato ed instancabile ripeti-