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Poeta medesimo nel canto undicesimo del Purgatorio, di stimolare e spronare la virtù nostra. E gl’intrinsichi sono le passioni e gli affetti nostri propii, nimici tanto potenti e ascosti, che conoscendo il Profeta di non potere scampare in modo alcuno da le loro mani, senza lo aiuto di Dio, gliele chiedeva bene spesso dicendo: Ab occultis meis munda me, Domine. E perchè questi nimici, così intrinsichi e occulti, non si posson conoscere, se non col conoscer perfettamente sè stesso nel modo che noi abbiamo detto di sopra che insegna il lume divino, Virgilio ammaestrato da Beatrice s’ingegna in tutto questo suo ragionamento metter nell’animo di Dante questa tal cognizione, acciochè egli esca, mediante quella, della selva oscura per la quale egli era camminato fino allora, e fugga e schifi ancor similmente quei pericoli, che gli soprastavano nel tentar di vederne uscire con le forze sue sole. Per il che fare egli lo consiglia primieramente a uscir di quel luogo, dicendoli: onde io, cioè per le quali cagioni, io penso e discerno, cioè ho con prudente consiglio esaminato e conosciuto e giudicato, che sia il tuo meglio seguitarmi; e io sarò tua guida e tua scorta, traendoti e cavandoti di qui, non per un luogo mortale e caduco, come è questo, ma per uno eterno e immortale; ove tu conoscerai perfettamente quello che tu sia, qual sia il tuo vero fine, e che cammino tu abbia a tenere a conseguirlo.

E dipoi per renderlo ancor maggiormente atto e disposto a ricevere il lume della fede viva da Beatrice, egli gli dice cinque cose, molto necessarie per introdurre in lui tal disposizione, di nessuna delle quali egli non avrebbe mai potuto avere cognizione alcuna certa in essa selva, da la sapienza umana. La prima è, che l’anima sua è immortale. Imperò che credendosi egli ch’ella fosse mortale, e avesse a mancare insiemo col corpo, non occorrerebbe ch’ei si affaticasse o ponesse studio alcuno, se non in quelle cose le quali sono o utili o necessarie a questa vita presente. La seconda, ch’egli ha a rendere conto a la divina iustizia di tutte le sue azioni, e che ci sono stati ordinati per tale cagione da lei alcuni luoghi dove l’anime, da poi ch’elle sono uscite de’ corpi, hanno a essere secondo i loro meriti o punite o premiate. La terza, ch’egli