Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/156

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lucifero

Stirpi, cui la vital morte rinnova,
Come opportuna piova,
Ch’apre la terra, e svolge
650La ritrosa virtù del germe inerte?
E tu, tu che le incerte
Nubi diradi, ed ogni ben riveli,
Santa Ragion, tu indarno
Entro al petto dell’uom fondi il tuo trono?
655O forse ai regni tuoi,
Diva maggior, presiede
La tiranna Natura,
O sconsigliato e inutile
Poter, che nelle ignare anime hai sede,
660Fuor che altere lusinghe, altro non puoi?
    Che dissi? Il dubbio indegno
Sperdano i venti, e il mar vorace inghiotta!
Qui sei, qui regni; io sento,
Unica dea, la tua presenza in questa
665Splendida reggia degli umani affanni.
La terra è tua; su’ simulacri infranti
Di sbugiardati iddii sorge la possa
Dei regni tuoi: da probe anime còlte
Son le tue leggi indeprecate, e santi
670Di perenni olocausti ardon gli altari,
Cui cementan co’l sangue i figli tuoi!
O generosi, o cari
Apostoli, o gagliarde ostie ed eroi,
Voi non cadeste indarno! Ecco, su queste
675Ingombrate di stragi inclite rive
La nova alba diffondesi
D’una feconda Idea; spiran le meste
Genti educate dal dolor le vive
Aure di libertà; vigili e pronte,
680Di fieri casi esperte,
Al sorriso del Vero ergon la fronte:



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