Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/178

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lucifero

Gli arde la luce delle sue speranze.
    20In compagnia de’ suoi fantasmi, a pena
Ei dell’ombre s’accorse; e, vòlto il passo
Fuor del dritto sentiero, a una deserta
Riarsa balza d’ogni vita priva
Era intanto venuto. Irte d’intorno,
25Come a guardia del loco orrido e scuro,
Rupi e monti s’ergean squallidi a guisa
Di biancicanti scheletri; fuggía
L’ingrato aspetto e s’ascondea la luna
Fra le nubi correnti, e imprigionato,
30Come chiuso leon che tenti un varco,
Tra l’aspre rocce ruggía rauco il vento.
Ivi l’Eroe si assise. Un’insüeta
Punta di fame gli mordea le parche
Viscere, e dentro al seno arido e stanco
35Una brama di vive acque e d’aperto
Aere e di luce gli serpea. Sgomento
Non però n’ebbe al cor; ma con superbo
Animo accolse la terribil prova,
Poichè gli è grato comportar travagli
40Pari a ogni altro vivente, a cui l’amica
Forza del pane il mortal corpo allena.
Vago di nuovi casi, occhio ei non piega
Ad alíar di lusinghevol sonno,
Ma nel caro pensier volge le prove
45Dei suoi buoni mortali; e traforate
Alpi vagheggia e aperti istmi e volgenti
Per gli abissi del mar parlanti elettri.
Su per l’aduste rocce ode in quel punto
Come un confuso affaccendarsi e rotto
50Fruscío di penne e sibilar, che agguaglia
Suon che mandi uman labbro e noto segno
Di cacciator, quando tra’ folti grani,
Onde mareggia interminato il campo,



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