Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/272

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lucifero

425Scivolando, rannicchia; e freddo, cheto,
Senza respir, con muto occhio furtivo
Segue dei suoi tremendi ospiti i moti.
Uno spettro parlò:
                         — Possa la voce,
Che un’altra volta acquisto,
430Strazíarti così, vecchio feroce,
Trafficator del Cristo,

    Che, incenerito il reo manto e la stola,
Di cui nascondi invan l’anima fella,
Delle vive tue carni ogni parola
435Un bran vivo divella!

D’ossa e di polpe ignuda
La negra anima tua sensibil resti;
Ch’io l’afferri, e nei miei pugni la chiuda,
E co ’l piè la calpesti!

    440Forse canuto a par di te non era
Vecchio cadente anch’io?
Non era tua quell’itala bandiera,
A cui tutto fu sacro il viver mio?

    Ma tu, Giuda due volte, il bacio vile
445A Cristo e al popol dato,
Tolto di sotto al manto il doppio stile,
Li trafiggesti entrambi al manco lato.

    Sbucaron dagli elvezj antri le ladre
Turbe, che a libertà mal dànno il petto,
450Se, liberate dalla man d’un padre,
A prezzo maledetto

    Concedon l’alme, e li venali artigli
Affondano nei fianchi
Dell’abusate vergini, ed i figli
455Sotto agli occhi dei padri infermi e bianchi

    Svenano. O voi, più dei miei pover’occhi
Cari lattanti e nuore giovinette,



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