Pagina:Lucifero (Mario Rapisardi).djvu/9

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epistola

Or con gravi sembianti assisi in giro
60Vedeali intenti a squadernar volumi,
O con occhi di fiamma ed irti il mento
Giù giù dal capezzal sovra il mio capo
Spenzolarsi così che su la fronte
Gelida ne sentía l’alito impuro.
65Raggricciato, anelante, senza voce
Sospirava io la tarda alba; ed allora,
Che all’incerto spiraglio essa apparía,
Ben che del mio terror vergogna avessi,
Movea tremante alla contigua pieve
70Co’l cor gonfio di preci e di paure.
E là fra il suon dei lenti organi e il fumo
Vaporato dall’are, al graveolente
Vulgo confuso che muggía preghiere,
Vulgo non men, belai preghiere anch’io.
75O Arcadia della vita, o secol d’oro,
Altri esclami a sua posta; io tristamente
Penso a quei giorni in tanto error perduti,
E di questi mi lodo, or che tranquillo
Signor son de’ miei sensi; e ad altri il vanto
80Della mia libertà certo non devo
Che a me stesso, e ne godo. E qual potea
L’audace animo mio trovar conforto
Da deboletti simulacri e larve
Che son fuor della vita e fuor del vero?
85Altri con pervicace animo creda
Per costume perverso, e al vecchio rito,
Come polipo a scoglio, si aggavigni;
Altri, ignaro fanciul, trepido ondeggi
Per l’ampia dell’error notte funesta,
90E, perchè men dell’ombre abbia paura,
Beli inni a Dio; la stupida cervice,
Per ritrosia di dubbj e di conflitti,
Questi inchini alla croce, e l’adiposo



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