Pagina:Lucrezio e Fedro.djvu/88

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74 Di Tito Lucrezio Lib. V.

     Dalle corna robuste, ed atterrati
     Dagli urti in minaccevole sembiante.
     Ma con l’orride zanne i fier cignali
     I compagni uccidean, del proprio sangue
     1965Tingendo i dardi in se spezzati, e miste
     Stragi facean di cavalieri, e fanti.
     Conciossiachè i cavalli, o dell’irato
     Morso schivando i perigliosi incontri
     Lanciavansi a traverso; o con le zampe
     1970Movean eretti aspra battaglia a i venti:
     Invan, poichè da’ nervi i piè succisi
     Ruinar li vedresti, e gravemente
     Sovra il duro terren battere il fianco.
     Che se alcuni abbastanza essere innanzi
     1975Domi in casa credean, nel maneggiarli
     S’accorgean, ch’irritati, e d’ira accesi
     Eran poi dalle piaghe, e dalle strida,
     Dal terror, dalla fuga, e dal tumulto;
     Poichè tutti fuggian, come sovente
     1980Mal difesi dal ferro or gli elefanti
     Soglion anco fuggir, tra suoi lasciando
     Molte di ferità vestigia orrende.
     Sì far potean: bench’io mi creda appena
     Ch’essi pria molto bene immaginarsi
     1985Non dovesser con l’animo, e vedere
     Quanto gran comun danno, e laido scempio
     Fosse poi per succederne, e piuttosto