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4 NOTA PRELIMINARE.

Questi scenici lavori del Gozzi vennero in Germania avidamente letti in una versione, non troppo felice, d’anonimo autore, pubblicata in Berna nell’anno 1777, finchè la gran mente di Federico Schiller si umiliò ad imitare la Turandot, che diede egli alla luce nel 1804, col titolo di Turandot principessa della Cina, Fiaba tragicomica di Carlo Gozzi.

Nella mirabile poesia dello Schiller la fola del Gozzi si è levata ad una vita novella, e la informe tessitura assunse una ordinata originalità tutta propria, come nella poesia dell’Ariosto si nobilitarono i triviali eroi del Bojardo: a tale che la Turandot è divenuta piacevole e desiderata rappresentazione de’ teatri tedeschi. E potrebbe essere anche de’ nostri con leggeri mutamenti, e dando altro nome alle maschere veneziane oggigiorno insopportabili.

Ma non è mio proposito analizzare le bellezze e gli errori del Gozzi, avendone largamente scritto lo Schlegel e il Ginguené tra’ forestieri, il Sismondi e Camillo Ugoni tra noi. Quest’ultimo scrittore, d’animo e di mente nobilissimo, e ch’io conobbi ed amai nella mia prima gioventù, mi eccitò a tradurre una scena della Turandot dalla imitazione che ne aveva fatta lo Schiller, e la inserì nel terzo volume, Articolo III della sua Storia letteraria pubblicata in continuazione ai Secoli della Letteratura italiana del suo concittadino Corniani. A questi valorosi critici può rivolgersi chi amasse per avventura informarsi più addentro negli scritti e nell’ingegno di Carlo Gozzi. A me basta aver dimostrato che il difetto di forma fu cagione principalissima che uno scrittore italiano venisse dagli stranieri tanto apprezzato, e così poco da’ suoi: e tenen-