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viii proemio

e della protezione. Scientificamente si può dimostrare che la produzione solitamente reca una distruzione di ricchezza. Lo studio dei fatti passati e presenti dimostra che la protezione è conseguita, in gran parte, mercè l’opera di coloro che ne traggono vantaggio per appropriarsi le cose altrui. Ma basta ciò per condannare, nel concreto, la protezione? No davvero; occorre badare alle altre conseguenze sociali di tale ordinamento, e decidersi solo dopo di avere compiuto questo studio.

Credo che tale risposta sarebbe pure stata data dall’autore del Cours; onde l’errore non è propriamente esplicito, ma l’autore si esprime spesso come se, nel concreto, il libero cambio fosse in ogni caso buono, la protezione, in ogni caso cattiva, e tali asserzioni suppongono che si muova da qualche proposizione macchiata dell’errore accennato.

Appare pure il difetto di sintesi in altri casi, per esempio nella nota del § 221, in cui si dà colpa dell’incremento del debito pubblico inglese a guerre dannate senza altro come inutili e capricciose. Nè varrebbe, per scusare l’autore, l’osservare che quella nota riproduce uno scritto di altra persona; poichè l’autore, col non riprovare le opinioni contenute in quello scritto, mostra di farle proprie, almeno in parte.

Del resto non è solo peccato di ommissione, poichè, in tutto il Cours, qua e là si vede che l’autore ritiene essere la pace, la libertà eco-