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Camera dei Deputati — 605 — Senato della Repubblica



ix legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti

silenzio di questi - in paragone del clamore ante 15 giugno - è infatti la più chiara riprova dell’esistenza di un piano al quale non dovrebbe essere estranea perfino la mano del KGB in certe efferate stragi troppo simili agli eccidi di Katyn o di Mauthausen per non fare temere che ne siano autori sovietici o tedeschi orientali.


7) D’altra parte va tenuto conto che lo sfaldamento delle altre forze politiche - prima fra tutte la DC - rischia di lasciare "in bando" alcuni milioni di voti conservatori e moderati. Questi potrebbero seguire i due milioni circa già affluiti al MSI-DN dopo il 1970, col risultato che una forte polarizzazione alle due estreme potrebbe provocare la scintilla di una guerra civile di tipo spagnuolo o, meglio, tenendo conto della natura degli italiani, di una progressiva degradazione della società civile verso un caos anarcoide di sommosse quotidiane. A questo punto, la soluzione di una "militaricrazia" all’italiana potrebbe non apparire del tutto impensabile quale unica alternativa al regime comunista.


8) Si deve infatti tenere presente che il quadro internazionale in cui si inserisce la situazione italiana non sembra consentire deroghe alla logica di Yalta, neppure per esperimenti di frontiera alla finlandese, e se ciò può sembrare confortante per un verso, non lo è per l’altro verso che la potenza dominante (USA) non appare indirizzata, a dispetto delle esperienze del sud-est asiatico, verso pazienti terapie di stile britannico. E ciò sia per ragioni strategiche immanenti (l’Europa è la retrovia dell’area petrolifera mediorientale, anche se non si sa fino a quando l’interesse alle fonti energetiche convenzionali potrà durare), sia per la pressione dell’opinione pubblica americana che certamente condiziona gli USA nei confronti di due Stati come Israele e Italia per l’esistenza di forti legami affettivi fra vasti strati di elettori dei tre paesi.


9)

Tenue è quindi il filo che, nel prossimo avvenire, è destinato a legare le sorti del Paese al regime democratico, tanto più che, qualora venissero meno, per un motivo qualsiasi, le ragioni dello attuale equilibrio fra USA e URSS, l’Italia sarebbe la prima